L’acquisizione delle raffinerie Rosneft, di proprietà russa, da parte del Governo tedesco, finalizzata a salvare la produzione ed i posti di lavoro, ha scatenato un dibattito, mediatico e politico, sull’opportunità dell’Italia di fare la stessa cosa con gli impianti della Isab Lukoil nel Petrolchimico di Siracusa.

Nazionalizzazione Isab Lukoil irrealizzabile

Secondo fonti industriali, che hanno preferito non svelarsi per evitare strumentalizzazioni legate alla campagna elettorale, le possibilità di copiare il modello tedesco sono pari allo zero. Il punto è che la Rosneft è una azienda completamente russa mentre le raffinerie Isab Lukoil sono riconducibili ad una società italiana, la cui proprietà è di una società svizzera, Litasco, con partecipazione della russa Lukoil.

La proprietà di Isab è di una società italiana, non russa

Per cui, seguendo questo ragionamento il Governo italiano dovrebbe, sostanzialmente, espropriare un’azienda italiana: una circostanza che, se fosse mai praticabile, creerebbe un precedente non da poco, senza contare i limiti posti dall’Unione europea nell’ingerenza degli Stati nell’economia, in quanto l’intero sistema dell’Unione è ispirato ai valori della libera economia di mercato.

Perché in Germania è stato possibile

E su questo punto, la domanda è: perché in Germania lo Stato è entrato a gamba tesa? Secondo le stesse fonti industriali, non si conoscono affatto i termini dell’accordo che ha portato il Governo tedesco a compiere un passo del genere.

In ogni caso, qualora fosse possibile per l’Italia “nazionalizzare” le raffinerie Isab Lukoil bisognerebbe correre, perché a partire dal 5 dicembre entreranno in vigore le nuove sanzioni che bloccheranno le importazioni di greggio dalla Russia, l’unico prodotto che, al momento, lo stabilimento del Petrolchimico può trattare, considerato che alla società controllante sono state chiuse tutte le linee di credito per comprare petrolio da altri paesi.

La soluzione: sbloccare le linea di credito ad Isab Lukoil

Mancano solo tre mesi a quella data ma non è possibile sapere quando il nuovo Governo italiano si insedierà: è vero, domenica si andrà al voto ma l’esito è incerto, senza contare i tempi tecnici per la formazione del nuovo esecutivo, sperando, inoltre, che le trattative tra i partiti siano brevi ma questo sarebbe un fatto epocale.

Ma per gli industriali il problema non è tanto la nazionalizzazione delle raffinerie della Isab Lukoil, quanto lo sblocco delle linee di credito alla società italo-svizzera, “non oggetto di sanzioni” ribadiscono le fonti legate al Petrolchimico di Priolo.

Le trattative con gli americani

Oltre a tutto questo, vanno aggiunte le trattative tra un gruppo americano e la società proprietaria delle raffinerie Isab. In ballo ci sarebbe un’acquisizione ma, per il momento, non sono chiari i termini.