C’è un caso Lukoil anche in Germania con il gigante russo Rosneft che, a partire da dicembre, non potrà importare greggio dalla madrepatria per via dell’embargo deciso dall’Unione europea. Il Governo tedesco, per evitare un bagno di sangue, sotto l’aspetto economico ed occupazionale, ha deciso di assumere il controllo del colosso petrolifero.

L’acquisizione del Governo tedesco

L’obiettivo dichiarato è di “garantire l’approvvigionamento energetico” della Germania: è lo stesso ministero all’Economia tedesco, come riferisce l’AGI,  a dare l’annuncio, spiegando che le filiali del colosso russo – che occupano circa il 12% delle capacità di raffinazione del petrolio del Paese, il che la rende una delle più grandi aziende di lavorazione del petrolio nella Repubblica federale – sono state messe sotto “amministrazione fiduciaria” dall’agenzia nazionale che gestisce le reti energetiche.

La decisione è stata presa per “mettere in sicurezza” le raffinerie di Rosneft Germania (Rdg) e della Rn Reining and Marketing (Rnrm) – che si trovano a Karlsruhe, Schwedt e Vohburg – come riferisce sempre il dicastero guidato dal verde Robert Habeck. In questa prima fase l’amministrazione fiduciaria avrà una scadenza di sei mesi, i costi saranno assunti dalle aziende colpite dal provvedimento.

La situazione nel Petrolchimico di Siracusa

La stessa situazione, o quasi, si registra nel Petrolchimico di Siracusa che si regge sulle due raffinerie Isab-Lukoil. L’embargo del petrolio dalla Russia sarà una mazzata, visto che, al momento, la società importa solo greggio dalla madrepatria. E’, infatti, impossibilitata ad acquistare il prodotto da altri paesi, in quanto sono state tagliate le linee di credito. L’idea dell’acquisizione delle 2 raffinerie era stata lanciata, nei mesi scorsi, dal sindaco di Priolo, Pippo Gianni, che aveva anche scritto una lettera al Governo Draghi per sensibilizzarlo su questo tema. Il Petrolchimico di Siracusa è il vero cuore pulsante dell’economia siracusana, incide, infatti, per il 51% del Prodotto interno lordo, e tra lavoratori diretti e dell’indotto assorbe circa 8 mila persone.

Gli americani interessati a Lukoil

Forse pesa la trattativa di un fondo americano con Lukoil: una delegazione starebbe dialogando con la società che controlla gli stabilimenti della zona industriale anche se non sono ancora chiari i termini della trattativa. Di certo, non è una novità che gli impianti, acquisiti dai russi nel 2008 dalla Erg, siano in vendita, già nel 2017, ben prima che soffiassero i venti di guerra in Europa, la proprietà avrebbe dato incarico ad un advisor per trovare un acquirente.

 

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