Dopo le denunce alla Procura di Siracusa sui problemi urbanistici, ambientali, sanitari e di sicurezza del CCR di via Luciano Rinaldi, i residenti portano avanti la loro battaglia anche per la tutela della privacy e dei dati personali.
Nelle scorse ore, il Comitato No CCR Cassibile ha trasmesso una PEC formale al Garante per la protezione dei dati personali, allegando foto e video che documentano come la collocazione dell’impianto – a ridosso delle abitazioni – determini un rischio concreto e continuativo di trattamento illecito di dati personali, in violazione del Regolamento europeo 2016/679 (GDPR).
La vicinanza estrema tra il CCR e le case private comporta che conversazioni, abitudini familiari e comportamenti dei residenti possano essere quotidianamente captati da operatori e utenti della struttura, senza alcuna misura di protezione. Una situazione che, in un’epoca segnata dalla diffusione incontrollata di immagini e video sui social media, rappresenta una forma di sorveglianza ambientale permanente e un pregiudizio ai diritti fondamentali dei cittadini.
Il Comitato sottolinea inoltre come: siano violati i principi di integrità, riservatezza e minimizzazione dei dati sanciti dal GDPR; non siano state adottate misure tecniche e organizzative adeguate a garantire la sicurezza dei residenti; l’Amministrazione comunale di Siracusa, nonostante le numerose segnalazioni e richieste formali, abbia mantenuto un silenzio istituzionale che aggrava ulteriormente la situazione.
“Chiediamo al Garante – dichiarano i rappresentanti del comitato – di accertare le violazioni, adottare misure correttive e ripristinare condizioni conformi alla legge. È inaccettabile che cittadini siano esposti non solo a rischi ambientali e sanitari, ma anche a un continuo attentato alla loro vita privata”.
Il comitato No CCR Cassibile ribadisce la propria determinazione a tutelare i diritti della comunità con tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento, confermando il carattere civile, sociale e giudiziario della propria azione.
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