Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dato mandato alla Struttura per le crisi d’impresa di convocare per il 23 maggio alle ore 9 il tavolo Isab di Priolo.  Al Mimit sono stati invitati i rappresentanti dell’azienda, della Regione Sicilia e delle parti sociali per discutere della vicenda legata alla compravendita delle raffinerie Isab, passate dalla Litasco, nell’orbita dei russi della Lukoil, al fondo cipriota Goi Energy.

Incontro a Siracusa tra Urso e sindacati

Venerdì, però, il ministro Urso sarà a Siracusa, in occasione di un incontro organizzato da Confindustria per discutere di Transizione energetica nel Petrolchimico di Siracusa. “In quell’occasione – riferisce a BlogSicilia Andrea Bottaro, segretario nazionale della Uiltec – il ministro Urso, a margine di questa iniziativa, incontrerà le parti sociali locali, per discutere del futuro della zona industriale”.

Le richieste sul piano industriale

Il tema chiave, almeno da parte dei sindacati, è quello degli investimenti del nuovo proprietario sulle raffinerie. Si chiede che venga illustrato il piano industriale per verificare se davvero la zona industriale è ancora strategica. Lo stesso Governo nazionale, in merito alla compravendita, ha posto delle condizioni al fondo, tra cui la tutela occupazionale, il mantenimento dei livelli produttivi, la presenza di un depuratore per l’impianto e la tracciabilità delle forniture del petrolio trattato.

Il tema della Transizione energetica

Il nodo cruciale è, comunque, la Transizione energetica dopo la decisione dell’Ue di dire addio, a partire dal 2035, alle auto alimentate con combustile fossile, diesel o benzina, quello che si produce nel Petrolchimico di Siracusa. Per cui, le raffinerie, per come sono concepite adesso, non serviranno più, da qui la richiesta, da parte dei sindacati e delle aziende dell’indotto di conoscere se Goi Energy ha in mente di cambiare passo.

Gli investimenti negli impianti

Stando alle fonti legate all’operazione d’acquisto, in agenda ci sono ” l’ammodernamento delle infrastrutture esistenti” , “l’innovazione dell’impianto attraverso la ricerca, lo sviluppo e le tecnologie di alto livello e la riconversione verde della raffineria”. Inoltre, “la continuità produttiva della raffineria, unitamente al funzionamento dell’impianto da 530 MW e allo sviluppo di nuovi impianti rinnovabili nell’area della raffineria, contribuirà inoltre a rafforzare la sicurezza del sistema energetico italiano” spiegano le stesse fonti.