Passeggiare tra i vicoli di Ortigia, scrutare i suoi immensi tesori storici e poi cenare in uno dei tanti ristoranti, sorseggiando del vino fresco, è una delle esperienze più gettonate per chi decide di fare un salto nel centro storico di Siracusa.

E vivere in Ortigia? E’ certamente un’altra cosa: lo sanno bene i residenti, la cui qualità della vita è peggiorata proporzionalmente all’incremento del turismo e di tutto il suo indotto. Da tempo si è costituito il Comitato Ortigia Cittadinanza Resistente, che riunisce una buona fetta di residenti del centro storico e tra loro c’è l’ex soprintendente di Siracusa, Mariella Muti, con un passato anche da assessore alla Cultura, intervenuta a Talk Sicilia, la trasmissione di BlogSicilia.

Sì al turismo ma sostenibile

Nella sua analisi, l’esponente del Comitato non chiude le porte al turismo in Ortigia “perché porta economia, sviluppo e fa conoscere la città del mondo” ma è necessario “un giusto equilibrio fra le esigenze di chi vive nel centro storico e coloro che invece vengono per visitarlo per apprezzarne le bellezze, la storia, la sua cultura”. Certo, “è un equilibrio difficile da raggiungere ma secondo me non è impossibile ed occorre molta capacità organizzativa ed una visione di lungo periodo” assicura Muti.

Pochi rapporti con l’amministrazione

Parlare con il governo della città, che ha il suo quartier generale nel cuore di Ortigia, per il Comitato è praticamente impossibile. E la ragione consiste nel fatto che “l’amministrazione ci percepisce come una forza politica di contrapposizione ma non è così” taglia corto l’ex soprintendente che racconta le difficoltà croniche di raggiungere Ortigia anche per chi non è residente.

Gli amici rinunciano a venire in Ortigia

“Il Comitato non ha scopi politici – dice Muti – ma soltanto quello di portare avanti le istanze per migliorare la vita dei residenti, ma non solo dei residenti di Ortigia, molti dei quali rinunciano a recarsi. Spesso invito degli amici siracusani ma per loro diventa una mission impossible fare un salto nel centro storico”.

La mobilità precaria e le code

Una delle cause delle rinunce è certamente la mobilità. “E’ evidente che non c’è un piano di mobilità adeguato: sono sotto gli occhi di tutti le lunghe file inutili per tentare di accedere ad Ortigia. L’altra criticità è quella dei posteggi per i residenti ed a questo si aggiungono i numerosissimi pass rilasciati dall’amministrazione che ingolfano gli stalli a disposizione”. Per risolvere il problema, l’esponente del Comitato suggerisce un piano parcheggi all’esterno del centro storico per poi recarsi in Ortigia con i bus “con cadenza ogni 10 minuti in modo da scongiurare l’invasione delle macchine nel centro storico”.

Il problema dell’acqua ed i dehors

L’ex soprintendente denuncia un altro problema: la precarietà del servizio idrico in Ortigia che va in tilt quando il centro storico si riempie di turisti. “Abbiamo una rete idrica assolutamente fatiscente e insufficiente, per cui quando le  case vacanza, i B&B e gli alberghi si riempiono di  turisti si avvertono cali di pressioni” dice Muti ma accadono anche, e non raramente, delle interruzioni idriche. “E poi ci sono i dehors, legati alle attività di ristorazione che sono proliferati in modo esagerato: registriamo un numero incredibile di questi spazi”.

Movida selvaggia

Ultima questione, non meno importante, anzi piuttosto sentita dai residenti, è la movida. Tutta la vita notturna della città si concentra nel centro storico con disagi enormi per i residenti.

“Non è solo un problema nostro – dice Mariella Muti – perché questa movida si protrae a notte fonda e pure i turisti desiderano riposare. Viene diffusa musica ad alto volume fuori dell’orario, per non parlare degli odori terribili che provengono dai locali”.

La puzza di fritto

La puzza di fritto è ormai diventata leggendaria non solo tra i residenti di Ortigia ed i social sono pieni di recensioni negative. “Ci sono posti in cui – dice Muti – in cui è vietata la possibilità di cucinare cibi particolarmente speziati ma al netto di questo l’odore di fritto sta diventando una delle caratteristiche del centro storico”