E’ davvero sorprendente l’analisi economica redatta dal Comitato Ortigia cittadinanza resistente sulle conseguenze della crescita del turismo a Siracusa negli ultimi 10 anni. Il dato più interessante è che si è assistito, secondo questo report, ad un’impennata dei prezzi che si è riverberata su chi vive in città tutto l’anno. Insomma, i residenti hanno pagato a caro prezzo questo fenomeno.
La pressione turistica
“L’elevata domanda turistica, concentrata in aree specifiche come Ortigia e in determinati periodi dell’anno, esercita una forte pressione al rialzo sui prezzi dei servizi, degli alloggi e dei beni alimentari, che supera nettamente la media nazionale” si legge nello studio del Comitato a cui ha lavorato il suo portavoce, Davide Biondini, un vero esperto di tematiche economiche.
L’inflazione
Secondo quanto sostenuto dal Comitato, è vero che si è registra un aumento della spesa nominale dei visitatori ma bisogna tenere conto delle pressioni inflazionistiche locali. “Tra il 2015 e il 2025 la spesa turistica è cresciuta nominalmente del 46%, ma quella reale, al netto dell’inflazione, solo del 14%. La differenza è stata assorbita da un’inflazione locale più elevata della media nazionale e da una dispersione sistematica di valore verso piattaforme di prenotazione online e compagnie aeree”
Le imprese locali soffrono
In questo contesto, con i vacanzieri che si rivolgono alle multinazionali del turismo, “si assiste a una selezione naturale che penalizza le microimprese a gestione familiare, incapaci di reggere la pressione dei costi e della competizione globale, e favorisce invece soggetti con maggiori risorse o logiche speculative”.
Non c’è una redistribuzione del reddito
E come conseguenza emerge la compressione dei margini e il trasferimento di ricchezza all’esterno che “limitano la redistribuzione locale e alimentano insicurezza e malcontento, con una crescente percezione di impoverimento “nonostante tutto il lavoro” spiegano dal Comitato.
La qualità si abbassa
Ed è di tutta evidenza, nell’analisi del Comitato, che le aziende locali “sono state costrette a competere sul prezzo invece che sulla qualità”, per cui “dalle recensioni online rilasciate dai turisti, oltre a magnificare le bellezze del luogo e l’accoglienza, emergono giudizi sempre più critici: servizi carenti, igiene urbana inadeguata, parcheggi insufficienti, prezzi elevati”.
La precarietà del lavoro
Come già evidenziato dalla Cgil, il Comitato punta l’indice anche sul lavoro precario e frammentato attorno alla filiera del turismo con personale assunto con contratti fragili o addirittura inesistenti. “Il documento è stato inviato alla deputazione siracusana, al sindaco, al presidente della provincia, ai sindacati, ai consiglieri comunali che hanno collaborato con il Comitato e alle principali associazioni di categoria, con l’auspicio di aprire, tra gli stakeholder della città, una discussione consapevole, trasparente e orientata al bene comune” spiegano dal Comitato.






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