I vertici della Goi Energy, il fondo cipriota che ha acquistato le raffinerie Isab Lukoil, non hanno ancora incontrato le organizzazioni sindacali, né nazionali né locali. Lo assicura il segretario della Cgil Siracusa, Roberto Alosi, che vuole vederci chiaro sul piano industriale del nuovo acquirente che, stando alle informazioni del sindacato, pare abbia stilato un programma di medio termine.
“Da capire cosa si intende per medio termine” dice a BlogSicilia il segretario della Cgil che precisa di aver sollecitato sia il presidente della Regione sia il ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, ad organizzare un incontro per evitare che il territorio, ancorato alla produzione del Petrolchimico, si ritrovi con un proprietario di un colosso della raffineria con prospettive limitate.
E’ anche vero che il Governo, nelle settimane scorse, ha giocato la carta della Golden power per vigilare la compravendita dello stabilimento, il cui closing sarà definito entro il mese di marzo.
“Goi Energy ha incontrato il presidente della Regione – dice Alosi – ma non i sindacati. In ogni caso, abbiamo chiesto al presidente della Schifani ed al ministro Adolfo Urso di fissare un appuntamento allo scopo di discutere delle condizioni che andrebbero poste all’acquisto delle raffinerie. Nessuno al momento si è fatto sentire, noi, su questo, restiamo vigili anche perché le decisioni che saranno assunte nel cambio di proprietà avranno un impatto nel nostro territorio: qui si gioca il destino di circa 10 mila persone. Chiediamo tavoli di confronto perché nessuno possa pensare di decidere al di sopra del territorio”
Il Dpcm della presidenza del Consiglio è anche uno scudo al depuratore Ias di Priolo, in cui vengono trattati i reflui civili di Priolo e Melilli ed i fanghi della zona industriale, sotto sequestro per via di una inchiesta giudiziaria della Procura di Siracusa per disastro ambientale.
L’amministratore giudiziario del depuratore, nelle settimane scorse, ha intimato le aziende del Petrolchimico di interrompere i conferimenti nell’impianto, il che significherebbe la fine della produzione industriale, con ricadute pesanti sia sotto l’aspetto economico sia occupazionale, visto che la zona industriale assorbe circa 10 mila persone.
“Il Dpmc che considera la zona industriale sito di interesse nazionale apre degli scenari importanti per il futuro del Petrolchimico in vista della riconversione energetica e del risanamento ambientale. Questo decreto, nella parte che riguarda il depuratore Ias e che trae spunto da quanto precedentemente fatto con l’Ilva di Taranto, potrebbe scongiurare il rischio dell’interruzione della produzione industriale” commenta a BlogSicilia il segretario della Cgil Siracusa, Roberto Alosi.
“E’ evidente che trovare il punto di equilibrio tra la continuità produttiva e la tutela della salute e dell’ambiente è molto delicato. Certo è che l’autonomia della magistratura va garantita in ogni caso in relazione alla ipotesi di reato gravissima, per cui è stata aperta una inchiesta, ma è altrettanto vero che occorre intervenire con prescrizioni serie perché gli impianti di depurazione possano garantire occupazione ma anche rispetto dell’ambiente e della salute”.