La Cgil Siracusa, in una lettera aperta, ha invitato il Governo nazionale a giocare immediatamente la carta Golden power per proteggere la vendita delle raffinerie Isab Lukoil. La proprietà degli stabilimenti, la Litasco, società italo svizzera ma nell’orbita russa, ha annunciato la cessione al fondo cipriota Goi Energy.
“Salvaguardare occupazione e produzione”
“Il Governo si affretti ad esercitare senza alcun tentennamento le prerogative contenute nella normativa cosiddetta del golden power o, in alternativa, eserciti il diritto all’amministrazione pubblica temporanea e controllata e salvaguardi così l’assetto occupazionale e produttivo della Lukoil, impresa operante in ambiti ritenuti strategici e di interesse nazionale” afferma il segretario della Cgil Siracusa, Roberto Alosi, che, nei giorni scorsi, è stato riconfermato alla guida del sindacato. Sulla stessa linea, espressa nelle settimane scorse, il senatore del Pd, Antonio Nicita.
Il fondo cipriota
Un ruolo chiave, in questa compravendita, lo avrebbe avuto l’amministratore di Goi Energy, Michael Bobrov, manager anche di Green Oil Energy, a sua volta azionista di maggioranza di Bazan Group, uno dei più grandi e complessi gruppi energetici in Israele, che gestisce il più grande impianto integrato di raffinazione e petrolchimico del Paese. Bobrov è di origine sudafricana ma da anni vivrebbe in Israele, l’affare per la vendita delle due raffinerie di petrolio si aggirerebbe attorno ai 2 miliardi euro.
“Governi detti condizioni di acquisto”
La Cgil chiede al Governo di tenere sotto controllo quest’affare. “Detti specifiche condizioni di acquisto e ponga stringenti prescrizioni nell’ottica di una politica industriale che garantisca sicurezza sociale, salute, sostenibilità economica e ambientale. Monitori i programmi di investimento del nuovo acquirente e/o dei nuovi acquirenti e valuti con attenzione il grado di affidabilità nella direzione del perseguimento dell’ineludibile obiettivo di avviare la fase di una giusta transizione ecologica ed energetica capace di guardare con fiducia al futuro e di implementare e riqualificare l’occupazione”.
I rapporti tra Israele e Russia
L’operazione sembrerebbe essere “benedetta” da Israele anche se dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, i rapporti con il Cremlino si sono incrinati ma il ritorno sulla scena di Netanyahu avrebbe cambiato lo scenario, non solo per la sua amicizia con Putin, mai rinnegata, ma anche per scalzare la Turchia nel ruolo di mediatore con l’Occidente.
Italia non faccia da spettatore
Secondo la tesi della Cgil, l’Italia non può fare da spettatore in questo risiko internazionale che sta trasformando gli assetti geopolitici mondiali.
“Lo scenario congiunturale e geopolitico non ammette errori di valutazione né l’assenza di altri attori pubblici e delle forze sociali profondamente coinvolti, ognuno per la propria funzione, nelle scelte e nei processi in atto” spiega Alosi.
“Una trasformazione e rigenerazione industriale è sempre più vicina, possibile e praticabile a partire dalle bonifiche necessarie a riqualificare le aree dismesse e a renderle attrattive per nuove filiere produttive green, funzionali anche all’approvvigionamento della infrastrutturazione necessaria per la produzione di energie rinnovabili” conclude Alosi.
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