Nuovi danni alle aziende agrumicole del Siracusano, in particolare quelle della zona di Francofonte, causati dal passaggio dei maiali. Nei giorni scorsi, su BlogSicilia, un imprenditore ha sollevato il problema che si è riproposto nelle ore scorse, come testimoniato dalle foto inviate alla nostra redazione.

I danni per la filiera siciliana

Dal racconto del titolare della ditta, gli animali in questione sono originari dei Nebrodi, portati qui negli anni scorsi e poi abbandonati, che, naturalmente, si riproducono e che adesso sono il vero incubo per decine di aziende, la cui produzione rappresenta un pezzo di Pil importante non solo per il Siracusano ma per l’isola. D’altra parte, a lavorare non sono solo le imprese agrumicole ma l’intera filiera attorno ad essa, tra cui trasporto e distribuzione.

Buona parte delle arance siciliane che arrivano nei mercati internazionali provengono da questo fazzoletto di terra. Gli alluvioni spaventano meno gli imprenditori rispetto alle incursioni dei maiali che danneggiano i sistemi di irrigazione e gli alberi. Il rischio di veder polverizzate le produzioni è molto elevato e come ha raccontato lo stesso imprenditore, sono costretti a stare di guardia per mettere in fuga i maiali, “alcuni dei quali sono molto grossi, del peso di oltre 100 kg”

Le segnalazioni

Il titolare dell’agrumeto spiega che, in più occasioni, si è rivolto alle forze dell’ordine per segnalare il problema. “Ho avuto modo di rivolgermi ai carabinieri, alla prefettura, ed alla Forestale, anzi da quest’ultima sono andato 10 anni fa per esporre il problema ma mi hanno risposto che quelli sono animali protetti.

Problema anche nella Sicilia centrale

Quello dei maiali è un problema sentito anche nella Sicilia centrale. Un anno e mezzo fa venne sottoscritta una petizione con 132 firme indirizzata alla Regione, ai Comuni di Cesarò, San Teodoro e Troina, al presidente del Parco dei Nebrodi e alle prefetture di Messina ed Enna, in cui si chiedeva un immediato intervento per arginare questi fenomeni che stanno mettendo in ginocchio attività agricole e zootecniche.