Quelle al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non sono state le uniche minacce, via social, rivolte da un siracusano nei confronti di un alto rappresentante delle istituzioni.
Ci sono altri esempi, l’ultimo, in ordine di tempo, risale all’aprile scorso scorso, quando l’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ricevette dei messaggi di morte pubblicati sui canali Telegram dopo le sue dichiarazioni di sostegno al popolo ucraino.
L’inchiesta, condotta dai magistrati della Procura di Roma e dai carabinieri del Reparto Operativo della Capitale, permise di risalire a due uomini, un 46enne di Milano ed un 48enne del Siracusano, non appartenenti ad alcuna formazione politica di matrice estremistica.
Gli inquirenti riuscirono a risalire all’account dei due indagati, le cui case furono perquisite e nel corso dei controlli nelle loro abitazioni furono recuperati i telefonini cellulari, presumibilmente usati per le minacce a Luigi Di Maio.
Nel mirino è anche finito il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, che, nell’aprile di due anni fa venne minacciato di morte da un 40enne e da un 28enne, indagati, a vario titolo, per minaccia aggravata e diffamazione per via informatica e per istigazione a delinquere ai danni dello stesso primo cittadino.
Secondo quanto emerso nelle indagini della polizia, il 40enne pubblicò anche su Facebook un video in cui assicurava di voler organizzare una protesta mentre l’altro diffuse su internet un video con insulti omofobi contro il sindaco, minacciando anche di investirlo con un’auto.
Anche il Presidente della Repubblica è stato destinatario di minacce di morte: di questa vicenda si è occupata la Procura di Palermo che ha chiesto il rinvio a giudizio per 14 persone. Tra i leoni da tastiera ci sono persone di Palermo, Messina, Torino, Misterbianco, Florida e Chiaramonte Gulfi.
Nell’ottobre del 2021, il Gup del Tribunale di Palermo, Giuliano Castiglia, condannò i due autori delle minacce e degli insulti rivolti sui social al Capo dello Stato nel giugno 2018.
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