I giudici della Prima sezione della Cassazione hanno confermato l’ergastolo per omicidio nei confronti di Christian e Roberto De Simone 38 e 31 anni, fratelli, di Priolo, mentre hanno annullato la sentenza, sempre all’ergastolo, ai danni di Davide Greco, 34 anni, difeso dall’avvocato Antonio Zizzi, con rinvio alla Corte di Assise d’Appello di Catania.
Il delitto e la vittima
La vittima è Alessio Boscarino, ammazzato ammazzato a colpi di pistola nella notte tra il 3 ed il 4 dicembre del 2016 in via Tasso, a Priolo.
Il movente
Secondo la ricostruzione della pubblica accusa, avrebbero pianificato il delitto nell’ambito di un regolamento di conti per la gestione del traffico di droga.
La svolta
Christian De Simone aveva sempre negato di essere stato l’autore dell’omicidio ma la svolta clamorosa al processo è arrivata quando ha deposto un collaboratore di giustizia, Sebastiano Sardo, ex appartenente al clan Cappello di Catania, che ha ricordato di aver incontrato Christian De Simone poco dopo il delitto. Il pentito disse che il 38enne, stando al suo racconto, avrebbe ucciso Boscarino in un gesto d’impeto per le minacce di morte ai familiari di De Simone ed il danneggiamento di un’auto.
La confessione di De Simone
In effetti, Christian De Simone, confermò la ricostruzione del pentito e fece ritrovare l’arma usata nell’omicidio, rinvenuta dagli agenti del commissariato di Priolo in una zona di campagna di Priolo.
La lite con la vittima
Ci sarebbe stata una lite tra i due e, secondo la tesi dell’imputato, il pericolo per l’incolumità per la moglie lo avrebbe spinto ad armarsi e sparare alla vittima, affermando, contestualmente, che il fratello e Greco avevano provato a fermarlo.
La tesi della Procura
Per gli inquirenti, invece, le cause del delitto risalgono a due mesi prima della morte della vittima, quando venne arrestato il nipote dei due fratelli, difesi dagli avvocati Sebastiano Troia e Puccio Forestiere. Durante la perquisizione nella sua abitazione, fu sequestrata una partita di droga, il cui valore sarebbe stato quantificato dai De Simone in 30 mila euro, e ritenendo responsabile Boscarino di quella perdita gli avrebbero chiesto un risarcimento. La madre della vittima, assistita dall’avvocato Domenico Mignosa, avrebbe versato nelle mani di un familiare degli imputati 4 mila euro che, però, secondo i pm, non sarebbero bastati.
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