indagini dei carabinieri

Operazione antimafia a Siracusa, colpito il clan Borgata, 19 arresti


I carabinieri del comando provinciale di Siracusa hanno eseguito un provvedimento di cattura a carico di 19 persone gravemente indiziate del delitto di associazione a delinquere finalizzata alla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, armi ed altro.

L’inchiesta

Si tratta di una inchiesta, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catania, che ha colpito il clan mafioso della Borgata, costola della consorteria Bottaro-Attanasio, legato alla cosca Santapaola di Catania. Sono oltre 100 i carabinieri impiegati per questa operazione.

La scalata del clan Borgata

L’inchiesta, legata all’operazione antimafia Borgata conclusa a Siracusa dai carabinieri con l’emissione di 19 misure cautelari ha avuto inizio nel novembre del 2019 per concludersi nell’aprile del 2021 ed in questo arco temporale, i militari del comando provinciale di Siracusa, coordinati dai magistrati della Procura distrettuale di Catania, hanno svelato la scalata del clan Borgata che, oltre a controllare le piazze di spaccio del loro quartiere, Santa Lucia, avrebbero allargato la gestione in altre zone, imponendosi, inoltre, come unico referente per il rifornimento di cocaina dalla Calabria attraverso azioni di fuoco e attentati dinamitardi e incendiari.

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L’uso dei droni per la droga in carcere

Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno scoperto che il gruppo, servendosi di droni, pilotati da remoto, avrebbe provato a far entrare droga e telefonini, nascosti in alimenti sottovuoto, nel carcere di Siracusa. Il drone, in particolare, è stato sequestrato dai carabinieri intervenuti nel momento in cui due degli indagati, mentre sostavano a 270 metri dalla casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa, avevano appena legato all’apparecchio un involucro contenente 3 telefoni cellulari di piccolissime dimensioni col chiaro intento di recapitarli oltre le mura dell’istituto penitenziario.

La consegna del reddito di cittadinanza

Dagli accertamenti sono emersi anche episodi di violenza, tra cui pestaggi ai danni di chi non pagava l’acquisto degli stupefacenti, incendi di auto o attentati a colpi di fucile, come nel caso di un commerciante. Capitava che i tossicodipendenti consegnassero agli spacciatori la propria carta prepagata sulla quale mensilmente era accreditato il reddito di cittadinanza fornendone anche il codice PIN a garanzia della copertura del credito

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Le perquisizioni

Al termine delle perquisizioni sono stati sequestrati: circa 6 mila euro in contanti, oltre 7 kg di droga, perlopiù cocaina, circa 5 kg, e poi marijuana ed hashish, 9 armi, un drone e 4 cellulari criptati.

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