L’unica Transizione energetica concreta nel Petrolchimico di Priolo è quella di Versalis, l’impianto di proprietà dell’Eni che ha smesso di produrre cracking per “sfornare” biocarburante per jet. Il resto è solo una nebulosa, perchè, come raccontato in altre inchieste su BlogSicilia ed approfondimenti su Talk Sicilia, gli altri colossi della zona industriale non hanno piani e soprattutto risorse economiche per riconvertire le loro produzioni, anzi sia Sasol sia Isab, con le sue due raffinerie, sono in piena crisi.

La denuncia dei sindacati metalmeccanici

Fim, Fiom e Uim regionali e di Siracusa, in rappresentanza dei metalmeccanici, denunciano “l’assenza di una strategia politica chiara e condivisa per la riconversione del polo petrolchimico di Siracusa, in particolare nell’area industriale di Priolo-Augusta-Melilli, col rischio concreto di pesanti ripercussioni sull’occupazione e sul futuro produttivo del territorio”.

Il piano green

I sindacati dei metalmeccanici, più sensibili sul tema dell’energia verde, chiedono di puntare su altro, sfruttando aree industriali ormai inutilizzabili “per una riconversione sostenibile e competitiva e la valorizzazione delle aree industriali dismesse (es. Punta Cugno e Marina di Melilli) come hub per progetti green e innovativi”.

“Impianti spenti, manutenzioni assenti e livelli di sicurezza insufficienti – scrivono i segretari regionali  Fim, Fiom Uil, Pietro Nicastro, Francesco Foti e Vincenzo Comella  e i segretari provinciali Angelo Sardella, Antonio Recano e Giorgio Miozzi- producono il rischio di desertificazione industriale e  di perdita di migliaia di posti di lavoro. Si rischia cioè di determinare una vera e propria emergenza sociale. In assenza di indicazioni da parte del Governo su obiettivi, settori strategici e coperture finanziarie, – sostengono – per difendere l’industria  a Siracusa è necessario realizzare investimenti per una transizione energetica ambientalmente e socialmente sostenibile”.

Appuntamento  a settembre

Fim, Fiom e Uilm  regionali e di Siracusa annunciano dunque  per settembre un attivo unitario dei delegati per definire la piattaforma rivendicativa e avviare una mobilitazione territoriale. E lanciano un appello alle istituzioni: “La transizione energetica non può essere una promessa astratta. Servono azioni immediate, risorse concrete e una visione industriale moderna. Il polo siracusano ha tutte le potenzialità per diventare un modello nazionale di riconversione