Il più emozionato alla conferenza stampa che sanciva l’ingresso ufficiale del Palermo nella famiglia del City Football Group era sicuramente lui: Dario Mirri. Il presidente ha portato in tre anni il club rosanero dalle polveri della serie D alla promozione in serie B prima ed al grande sogno di orbitare nella galassia della holding internazionale che fa a capo allo sceicco Manosur dopo. Il tutto attraverso il periodo buio della pandemia che tanto ha fatto male e che continua a spaventare con i suoi ritorni di fiamma.
Capolavoro sportivo made in Palermo
Si tratta di un capolavoro sportivo con due promozioni in tre anni che rappresentano un risultato sul campo importante. Nemmeno nel 1987, con la cordata di imprenditori locali guidata da Salvino Lagumina ed il successivo passaggio poi al duo Ferrara-Polizzi, il Palermo fece il doppio salto in così poco tempo. Vinta la C2 nel 1987-88, per l’approdo in serie B si dovette aspettare tre stagioni, nel 1990-91. Altri tempi, altre storie, altre vicissitudini.
Mirri ha avuto il pregio di riprendere in mano anche una Palermo sportiva ferita a morte dal fallimento del 2019 che aveva privato gli appassionati della possibilità di giocarsi addirittura la serie A nei play off (i rosa sul campo avrebbero raggiunto l’obiettivo ma prima vennero penalizzati di 20 punti e poi cancellati dal calcio). Una delusione enorme che si è trasformata in entusiasmo. Ma anche da idee importanti: polisportiva virtuale con altri sport, football americano, calcio a 5 e pallamano ad esempio.
Siamo Aquile
Ed è proprio dallo slogan che si è partito. Siamo aquile è diventato una sorta di mantra, un tratto distintivo che settimana dopo settimana, soprattutto nella rincorsa in serie D alla serie C si è fatto sempre più forte.
Non era facile avere oltre 10.000 abbonati in serie D. E qui si può parlare anche di capolavoro manageriale che si è poi concretizzato in questi mesi.
Il Palermo ha poi attraversato punti bui in questo triennio. Una stagione così così in serie C nel 2020-21. Ed in questa stagione che si è chiusa il 12 giugno un avvio che ha visto la squadra non riuscire a decollare.
La svolta a Latina e il ritorno di Baldini
A Latina si è toccato il punto più difficile, probabilmente, dell’era Mirri. La sciagurata sconfitta di Latina contro una squadra abbordabile ma con i rosa ridotti in 9 per due espulsioni nel primo tempo. L’esonero di Giacomo Filippi. L’arrivo di Baldini. Anzi, il ritorno dopo 18 anni dalla maledetta sfida interna con la Salernitana.
Il resto è storia recente anche se Mirri è stato criticato aspramente. Soprattutto dopo il 4-1 subito dai rosanero a Foggia dai diavoletti di Zeman. “Mirri vendi tutto e vattene” si lesse in uno striscione appeso davanti al Renzo Barbera. Mirri parlò da tifoso dicendosi irritato da quel punteggio.
Ma club e squadra si sono ricompattate. Baldini non ha più fatto esperimenti, la squadra ha cominciato a rodare ed a girare nei modi giusti nel momento migliore. Pochissimi passi falsi poi il Palermo in primavera è sbocciato come una rosa: 6 vittorie esterne consecutive (4 ai play off). Si è passati da poco più di 2000 presenze contro la Vibonese (celebrate peraltro con una maglia che ha voluto ringraziare i pochi coraggiosi allo stadio) al pienone. Ad una richiesta di biglietti tale da esaurire i tagliandi per le partite decisive in pochissime ore.
Il corteggiamento e l’arrivo del City Group a Palermo
Nel frattempo la trattativa col City Group cominciava a concretizzarsi. I primi incontri e poi, è sbocciato l’amore. Durante il periodo pasquale le prime voci insistenti su questo possibile accordo. Poi i play off trionfali. La festa del 12 giugno dopo il successo nella finale di ritorno con il Padova. I caroselli rosanero con la stessa intensità di quelli che si sono visti per la vittoria degli Europei o dei Mondiali della nazionale. Ora, a meno di un mese mese, l’ingresso nella famiglia del City Group, davanti alla stampa e con una tifoseria che cantava e sognava piazzata davanti al piazzale dello stadio Renzo Barbera.
Lo hanno notato i dirigenti del City Group con in testa Ferran Soriano, amministratore delegato del Manchester City – la punta di diamante della holding – già vicepresidente del Barcellona dei tempi d’oro.
Si apre una nuova era, a Palermo i tifosi sono tornati a sognare
Ed è proprio ai tempi d’oro che si guarda e che si spera. Il Palermo adesso può sognare. I tifosi tornano a sognare. E tornano allo stadio. Già in molti hanno detto che faranno l’abbonamento e che torneranno allo stadio dopo tanti anni. I tifosi sognano grazie al calcio. Proprio grazie allo sport gli appassionati trovano il loro riscatto e sognano ad occhi aperti in una città bellissima ma altrettanto ricca di problemi, dai più elementari ai più grandi. Abbiamo tutti in mente ancora gli oltre 31.000 tifosi con la Triestina all’esordio dei rosa nei play off. In quell’occasione gli emissari del Group toccarono con mano la passione del tifo palermitano. Probabilmente si saranno chiesti se effettivamente fosse una partita di terza serie visti gli spettatori sugli spalti.
Un numero che si è alzato fino ad arrivare a quota 35.037 con la Feralpisalò nelle semifinali. E col Padova altre 34.000 presenze. In quattro partite più di 120.000 spettatori. Neppure in serie A. Si, i tifosi del Palermo hanno cominciato a sognare e non vogliono più smettere. Ed attendono la campagna abbonamenti per la prossima serie B.
Per Mirri miglior epilogo non poteva esserci ed anzi, visto che ieri ha compiuto gli anni, non avrebbe potuto desiderare miglior regalo di compleanno.
Si apre una nuova era. Ferran Soriano ha anche detto che vuol dare tranquillità all’ambiente e solidità. Immaginiamo che a queste parole, il cuore di Dario Mirri sia andato a mille all’ora, come quello di un innamorato che ha appena ricevuto il “si” alla propria proposta di matrimonio.
Si, se il Palermo è in mani solide e sicure ed il futuro è iniziato ora, il merito è esclusivamente di Dario Mirri.
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