Difesa fragilissima, centrocampo poco fantasioso e con errori in fase di copertura, attacco non pervenuto. Il Palermo al Granillo ha raccolto la sua seconda sconfitta consecutiva e dopo il 3-2 subito al Barbera dall’Ascoli nel turno precedente deve ingoiare un amaro 3-0 dalla Reggina di Pippo Inzaghi. Un risultato che relega i siciliani nella seconda parte della classifica del campionato di serie B che oggi chiude la sua quarta giornata.

Corini ed il Palermo pagano la metamorfosi

Eugenio Corini, tecnico del Palermo

Rosanero con una squadra rivoluzionata nel modulo e negli uomini. Il tecnico rosanero Eugenio Corini, infatti, si è presentato con una formazione nuova ed il suo 4-3-3 alla sua prima, reale, uscita stagionale. I risultati visti al Granillo non sono certamente dei migliori ma quella del cambio modulo probabilmente è una strada che doveva essere fatta.

Contro gli amaranto, il Palermo ha offerto la sua prestazione peggiore. Se con l’Ascoli la squadra ha saputo reagire trovando il momentaneo pareggio e riuscendo comunque a creare pericoli alla retroguardia marchigiana al punto da giustificare rammarico per non aver trovato il pareggio che non sarebbe stato uno scandalo, con la Reggina è mancato tutto. Si è vista una squadra spenta, alla ricerca della sua identità, incapace di reagire e punita da errori gravi dei singoli. Tre amnesie, tre reti. Ed è andata bene per il gol annullato a Rivas che sarebbe valso, già al 16’ del primo tempo, il 2-0.

Corini ha schierato nove nuovi arrivi con i big tutti in campo dal primo minuto. E su questo non è criticabile visto che a molti, i cambi operati a ripresa iniziata con l’Ascoli erano sembrati tardivi.

La squadra ha pagato inevitabilmente la mancanza di intesa. Anche in avanti, in quelle rare folate offensive del Palermo, la mancanza di intesa era palpabile. Ed il passare dal 4-2-3-1 al 4-3-3 con tanti uomini diversi ed in meno di un mese non è facile per nessuno. Corini è stato ufficializzato lo scorso 7 agosto dopo oltre 10 giorni dalle dimissioni di Silvio Baldini e del direttore sportivo Renzo Castagnini.

La costruzione della squadra è cambiata in corsa ed anche in dirittura d’arrivo della chiusura del calciomercato. Naturale che tra il gruppo che ha vinto la serie C poco meno di tre mesi fa ed i tanti nuovi arrivati si debba creare l’alchimia giusta. Corini nel dopo partita di ieri pomeriggio lo ha detto “Siamo in fase di transizione, Reggina più squadra di noi”.

Difesa rosanero ancora a picco

Preoccupano al momento le prestazioni della difesa. I numeri valgono più di mille parole (che in questo caso sarebbero più o meno ovvie). Sei gol subiti in due partite (più due annullati per fuorigioco che con regole dello scorso anno e senza var potevano essere convalidati). Ma sono gli errori dei singoli a far pensare. Ed a far preoccupare: nessuno ieri ha meritato la sufficienza.

La rete dell’1-0 di Fabbian ha visto una difesa ingannata da un’azione del tutto simile a quella che ha portato la settimana scorsa al momentaneo pareggio di Brunori con l’Ascoli: corner sulla sinistra sponda di testa a centro area per l’inserimento vincente a due passi dalla porta.

Il raddoppio di Menez nella ripresa è frutto di una palla persa a centrocampo da Segre che concede spazi ampi sfruttati a regola d’arte dalla Reggina.

Due amnesie, due reti subite. Ma il peggio deve ancora arrivare: prendere una rete in superiorità numerica è difficile da vedere ed è sintomatico di meccanismi che chiaramente devono essere oliati.

Il 3-0 reggino ha fatto rizzare i capelli ai tifosi rosanero che hanno assistito all’ultima, colossale, ingenuità del reparto difensivo.

Buttaro a destra, Nedelcearu e Bettella al centro e Mateju a sinistra hanno composto una linea difensiva che ha dimostrato di dover ancora conoscersi. Forse l’innesto del terzino sinistro ceco Mateju, arrivato pochi giorni fa, è stato prematuro visto anche il ritorno dell’infortunato Marco Sala che è rimasto in panchina. I cattivi segnali che si sono visti con l’Ascoli sono stati confermati con la Reggina. Ed anche ieri si è avuta la stessa sensazione della settimana scorsa: ad ogni azione amaranto corrispondeva un reale pericolo per la difesa del Palermo.

Lo stesso Pigliacelli non ha effettuato un solo intervento degno di nota e sul 3-0 probabilmente avrebbe potuto fare qualche cosa in più.

Manca l’intesa

Corini dovrà sicuramente lavorare all’intesa tra i giocatori ed ai collegamenti tra i reparti. Vista la prestazione di ieri, diventa ancora più comprensibile la sua prudenza nel mandare subito in campo la squadra con i nuovi e con il suo 4-3-3.

Emblematico, nel cuore del primo tempo, il mancato dialogo col pallone tra Saric e Buttaro con il centrocampista che ha fatto segno al terzino di togliersi dal fuorigioco e prendere palla per partecipare all’azione offensiva senza avere risposta. L’immobilismo del giovane terzino scuola Roma e la conclusione da posizione impossibile, coperta e defilata, del mediano bosniaco facile preda di Colombi al punto di non poterla neppure considerare un’occasione da gol.

Reazione del Palermo sterile

Come un pugile suonato, il Palermo si è affacciato all’area di rigore avversaria in modo veramente pericoloso solo poco prima dell’ora di gioco e sull’1-0. Di Mariano di testa ha sfiorato la rete, poi Brunori da posizione invitante ha sfiorato il pari con un doppio tentativo sempre su iniziativa dell’esterno nipote d’arte ed ex Lecce. Poi, dopo la sostituzione di Saric per infortunio, il patatrac e l’imbarcata con gli altri due gol.

Per rivedere il Palermo in attacco, bisogna attendere il finale di partita con Soleri che si è dato da fare. Ma è chiaramente poco. Troppo poco per fare male ad una squadra che di contro ha messo cinismo ed entusiasmo in campo risultando una delle compagini più in forma in questo inizio della categoria.

Distrazioni letali

Reggina-Palermo, gol di Menez

Ed ogni errore pesa il doppio. Il Palermo paga anche lo scotto dell’essere matricola oltre che dei cambiamenti. In una serie B decisamente competitiva (da molti definita una A2) le distrazioni si pagano. Non è una frase di circostanza ma un dato di fatto. La prova con l’Ascoli, la controprova ieri a Reggio Calabria. La palla persa da Segre a centrocampo ha permesso un’azione fulminea finalizzata da Menez. Ne è un esempio. Ed il terzo gol, come più volte ripetuto, è catastrofico dal punto di vista concettuale perché in due hanno messo a ferro e fuoco l’area rosanero e colpito ancora. Inoltre, la Reggina ha segnato in inferiorità il 3-0 facendo ancora una volta notare come la serie B sia tutt’altra cosa rispetto alla terza serie. Soprattutto la serie B di questa stagione.

A Reggio Calabria peggiore prestazione stagionale

Va da sé che la prestazione con la Reggina sia la peggiore, finora, offerta dal Palermo. Se in Coppa Italia c’era stato il 3-0 subito dal Torino, questo aveva diverse attenuanti: preparazione ancora non al top, squadra incompleta, senza allenatore, avversario di caratura notevolmente superiore, obiettivo di scarso interesse per i rosanero. Quanto fatto vedere al Granillo, invece, mostra una preoccupante involuzione. Ma probabilmente fa parte del processo di metamorfosi. O meglio, è il rischio che si corre se si vuole cambiare fisionomia di gioco e dare un volto proprio alla squadra. Ma servono anche i risultati.

Col Genoa serve un altro Palermo

Venerdì sera il Palermo tornerà in campo per l’anticipo della quinta giornata per affrontare il Genoa. La formazione di Blessin ha totalizzato 8 punti ed ha impressionato in attacco. I grifoni, neoretrocessi dalla serie A, lottano dichiaratamente per la serie A e si presenteranno al Barbera come una corazzata.

Altri 4 giorni pieni di lavoro serviranno a Corini per migliorare l’impianto di gioco. A questo punto, tornare al 4-2-3-1 come si è visto per alcuni minuti ieri al Granillo con l’ingresso di Floriano, potrebbe essere ancora più deleterio del 4-3-3 visto al Granillo. Il tecnico ha il polso della situazione e vedrà il da farsi. Sicuramente non ci sarà Bettella, uscito anzitempo per doppia ammonizione e quindi destinato ad un turno di squalifica.

Servirà il mordente, servirà la concentrazione, servirà la mano del pubblico che con una media di quasi 22.000 spettatori nelle prime due uscite al Barbera sicuramente si è fatto sentire. Servirà anche il coraggio contro una corazzata che ieri ha pareggiato in casa col Parma e che scenderà a Palermo per fare bottino pieno. Il coraggio, a questo punto, di continuare col 4-3-3 e fare meno errori possibili cominciando a pungere.

Quello che è certo è che i rosa non possono permettersi un’altra prestazione incolore come quella di ieri. Non possiamo gridare all’allarme rosso dopo 4 giornate, né fasciarci la testa in previsione dell’arrivo del Genoa, ma è chiaro che il Palermo deve ritrovare sé stesso, fiducia nei propri mezzi, stabilità in difesa e credibilità a centrocampo ed in attacco. Con questo, i risultati arriveranno ed in un campionato lungo come quello di serie B conta il ritmo di navigazione e non il primo sprint.

Del resto la serie B è una maratona, non una finale dei 100 metri. Non lo è mai stata. Si può cadere, è concesso. L’importante è riprendersi e come lo si fa. Dopo Genoa ci sarà la trasferta di Frosinone, partita dai mille significati, poi la pausa per le nazionali. Sarebbe fondamentale arrivare a questo stop, utilissimo per registrare ulteriormente modulo ed automatismi nonché per migliorare la condizione fisica che è sembrata non al top, con qualche punto in più. Ne gioverebbe il morale di tutti, anche della piazza.

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