Seconda sconfitta in cinque partite casalinghe per il Palermo, battuto fra i fischi del Renzo Barbera dal Lecco con il punteggio di 1-2. Un risultato che non solo sancisce il fallimento dell’operazione sorpasso al Catanzaro, ma che determina anzi l’avanzata del Venezia, vittorioso in casa contro il Pisa. Troppo timidi i rosanero oggi in campo, dominati sugli esterni da Lepore e compagni. Male sia Lund che Mateju, autori di due errori marchiani sui due gol ospiti. I rosanero colpiscono due legni ma più per azioni improvvisate che per trame ragionate e create. Nel finale, Brunori accorcia le distanze ma non basta. Finisce 1-2 per il Lecco. E dallo stadio arrivano i primi fischi stagionali.

Le pagelle di Palermo-Lecco

Pigliacelli 5,5 Impreciso sul primo gol di Crociata, poi salva il salvabile. La sconfitta non è certamente colpa sua, ma poteva fare meglio.

Lund 4: Peggiore partita da quando veste la maglia rosanero. Incredibile lo svarione difensivo su Lepore che porta al gol del vantaggio del Lecco. Sempre in proiezione offensiva, lascia scoperti i compagni della retroguardia. Inguardabile.

Ceccaroni 5: Più volte lasciato in uno contro uno con Novakovic subisce la fisicità dell’avversario. Errori di marcatura in entrambi i gol.

Lucioni 7: L’ultimo a mollare. Nel finale si mette a fare il centrocampista e persino l’attaccante, guadagnandosi il rigore che porta al gol di Brunori. Stoico.

Mateju 4: I suoi errori iniziano ad essere tanti, troppi. Colpevole sul secondo gol quando non chiude per tempo sull’avanzata di Ionita. Ad inizio ripresa viene sostituito da Graves.

Stulac 5: Il lontano parente di quanto visto contro lo Spezia. I suoi lanci sono pericolosi soltanto nei primi quindici mnuti. Poi sparisce, marcato a uomo dagli avversari.

Gomes 4,5: E’ il giocatore che tocca più palloni. E visto che non è proprio un’artista con i piedi, questo rappresenta un dato indicativo di quanto il Palermo abbia avuto difficoltà questa sera. Spento in fase d’interdizione, è macchinoso in impostazione, perdendo tanti, troppi palloni sanguinosi.

Vasic 5,5: Prova a creare pericoli con i suoi inserimenti, poco assistito dai compagni. Poi esce per infortunio.

Di Francesco 6: L’unico a puntare e a creare superiorità. Direttore senza orchestra, fatica a trovare soluzioni utili in fase offensiva.

Mancuso 4,5: Troppi errori sotto porta in una serata difficile per l’intera squadra. Ma sicuramente poteva fare meglio in alcune circostanze. Anche lui sostituito ad inizio ripresa, dimostra di non essere in giornata anche nell’ultima occasione che ha a disposizione quando, a pochi passi dalla porta, spedisce il pallone alto sopra la traversa.

Soleri 6: Si impegna, ci prova ma sbatte contro la difesa avversaria e contro la traversa. Sfortunato nella ripresa, nel primo tempo viene fermato da una grande parata di Melgrati a mano aperta.

Henderson (dal 33′) 5: Meglio di quanto visto contro lo Spezia, ma non basta. Pochi inserimenti, poche idee.

Graves (dal 46′) 4,5: Spettatore non pagante. Non vede il campo da mesi e si vede. Al piccolo trotto per larghi tratti nella partita, prova qualcosa nel finale. Ma è troppo poco.

Insigne (dal 54′) 5: Entra in un momento di difficoltà. Prova ad illuminare la sua partita con qualche conclusione dalla distanza, ma non incide.

Brunori (dal 54′) 6: Settimana difficile per lui. Dal dischetto è freddo in  pieno recupero. Ma non basta a riequilibrare una serata storta.

Aurelio (dal 75′)  s.v.

Corini 4: E’ la quarta volta che la sua squadra va sotto in una partita in casa. Ma se con il SudTirol alla fine era andata bene e con lo Spezia i rosanero hanno dimostrato una certa garra nel finale, oggi non è stato così. Il Lecco ci ha messo l’anima, il Palermo no. Terzini rosanero troppo fiacchi, esterni d’attacco senza movimenti. Nella ripresa, a tratti, la squadra sembrava improvvisare, senza una vera idea di gioco. Ed è questo il grande limite del Palermo in questo inizio di stagione, la costruzione. L’anima che il tecnico deve ancora trovare dallo scorso anno. Si va a Genova con la consapevolezza che bisogna ripartire subito da una prestazione largamente insufficiente, anzi mediocre.