Le accuse, formulate dal procuratore aggiunto Ilaria Calò, sono di trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, reati commessi per agevolare l'associazione mafiosa "Cosa Nostra".

Nel 2006 Maniscalco, ritenuto vicino a Totò Riina, era già stato condannato per mafia e sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Non poteva dunque, intestarsi bene. Aveva iniziato così a costruire la sua rete di prestanome.

Sequestri illustri di attività note a Palermo per un valore complessivo di 15 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza