ROMA (ITALPRESS) – “Sanofi Italia rappresenta una delle principali aziende biofarmaceutiche presenti nel nostro paese, con oltre 1.800 collaboratori. Contribuiamo in maniera diretta a 278 milioni di export di farmaci verso il mondo. Investiamo circa 40 milioni ogni anno nei nostri stabilimenti e circa 35 milioni in ricerca clinica. Abbiamo eccellenze in ogni nostro stabilimento , da Scoppito (AQ) dove industrializzeremo una serie di molecole frutto della nostra R&D, ad Anagni, dove produciamo sterili e vaccini e dove produrremo anche terapie enzimatiche sostitutive per alcune malattie rare e Origgio, centro globale per la produzione di prodotti di automedicazione e soprattutto probiotici. Una grande eccellenza che ci rende orgogliosi di rappresentare Sanofi Italia nel mondo, anche dal punto di vista industriale. Lo ha detto in un’intervista all’Italpress Marcello Cattani, presidente e amministratore delegato di Italia e Malta del gruppo farmaceutico Sanofi. “Sanofi ha deciso di rifocalizzare la propria strategia di ricerca e sviluppo puntando sull’immunologia, l’intenzione è di essere entro il 2030 l’azienda farmaceutica leader in quest’area – ha spiegato – Un arco di innovazione che ha una base forte sul trovare quei meccanismi che possono scatenare risposte del sistema immunitario a 360 gradi, per esempio abbiamo in pipeline un anticorpo monoclonale che ritarda l’insorgenza del diabete di tipo 1. Uno sforzo davvero notevole, con un investimento di 6 miliardi e mezzo di dollari ogni anno e una maggiore focalizzazione sullo sviluppo di terapie che una volta sul mercato possano cambiare l’approccio clinico ad alcune patologie per cui ancora non vi è risposta”.
Sull’impegno nella cura alle malattie rare: “Abbiamo 13 entità farmacologiche in corso di sviluppo in questa area, in cui Sanofi ha una legacy forte, essendo stata la prima azienda ad aver sviluppato e portato ai pazienti affetti da malattie rare da accumulo lisosomiale terapie enzimatiche sostitutive – ha ricordato Cattani – Negli ultimi mesi abbiamo lanciato una nuova terapia enzimatica sostitutiva, per esempio in una malattia ultra-rara e con conseguenze devastanti come la ASMD. Abbiamo compiuto passi enormi negli ultimi 40 anni, ma tanto resta da fare non solo per chiarire i meccanismi eziologici e fisiopatologici di alcune malattie rare, ma portare farmaci e terapie nuove per i cittadini”.
Nel 2023 l’Italia nel settore farmaceutico ha superato per la prima volta i 50 miliardi di produzione, a livello globale però a fronte di 250 miliardi di dollari di investimenti, il Bel Paese ne intercetta poco meno dell’1%.
Passando poi al settore e allo scenario farmaceutico in senso più ampio, Cattani ha dichiarato: “A valle della pandemia c’è stata una nuova intensificazione degli investimenti, si stanno riversando finanziamenti sui mercati globali e sui centri di ricerca delle aziende farmaceutiche – ha sottolineato il presidente di Sanofi – Dobbiamo essere bravi, come credo stiamo facendo, insieme al Governo, a cambiare le policy europee. Oggi in Europa si sta cercando di attaccare e comprimere la proprietà intellettuale, questo è sbagliato, perchè così non si possono attrarre talenti e investimenti in ricerca e innovazione legati alla parte industriale. Dobbiamo rendere più aperte e flessibili le innovazioni, non è solo ricerca scientifica ma anche tecnologica e industriale – ha precisato – Il Governo sta dimostrando una grande sensibilità, collaborando con noi per cambiare il modo di lavorare su tutta la filiera. I costi ora sono del 30% superiori rispetto al 2021, in maniera strutturale. L’Europa è ancora dipendente in tante filiere dalle importazioni, in un momento di grande instabilità geopolitica ed economica dobbiamo avere una strategia forte sull’attrattività e la valorizzazione dei farmaci e delle competenze”.
“Un passaggio che ancora ci manca è la possibilità di avere un dato sanitario unico e centralizzato, su cui poter fare lavorare dall’intelligenza artificiale questa mole di dati per aiutare gli operatori – ha aggiunto – Serve un salto coraggioso dove oggi il blocco è nel garante della privacy, per utilizzare per la finalità della ricerca il dato sanitario, sempre proteggendo la privacy del singolo cittadino”.
Infine, sulle discrepanze a livello regionale in Italia nel campo della sanità: “Purtroppo c’è una situazione quasi impietosa di grande differenza riguardo farmaci, cure e prevenzione – ha riconosciuto Cattani – Ci servono riforme rapide, come l’abolizione dei prontuari ospedalieri regionali, che hanno strati di burocrazia completamente inutili che rallentano l’accesso ai farmaci e stimolano solo la migrazione sanitaria dei cittadini da una regione all’altra. Dobbiamo collaborare con il Governo affinchè riesca ad aiutare quelle regioni più indietro nel modernizzarsi e fare opere e investimenti previsti dal PNRR, che partono dalle infrastrutture di base – ha concluso – Abbiamo ospedali vecchi di oltre cent’anni, questo non è più sostenibile”.
Sull’impegno nella cura alle malattie rare: “Abbiamo 13 entità farmacologiche in corso di sviluppo in questa area, in cui Sanofi ha una legacy forte, essendo stata la prima azienda ad aver sviluppato e portato ai pazienti affetti da malattie rare da accumulo lisosomiale terapie enzimatiche sostitutive – ha ricordato Cattani – Negli ultimi mesi abbiamo lanciato una nuova terapia enzimatica sostitutiva, per esempio in una malattia ultra-rara e con conseguenze devastanti come la ASMD. Abbiamo compiuto passi enormi negli ultimi 40 anni, ma tanto resta da fare non solo per chiarire i meccanismi eziologici e fisiopatologici di alcune malattie rare, ma portare farmaci e terapie nuove per i cittadini”.
Nel 2023 l’Italia nel settore farmaceutico ha superato per la prima volta i 50 miliardi di produzione, a livello globale però a fronte di 250 miliardi di dollari di investimenti, il Bel Paese ne intercetta poco meno dell’1%.
Passando poi al settore e allo scenario farmaceutico in senso più ampio, Cattani ha dichiarato: “A valle della pandemia c’è stata una nuova intensificazione degli investimenti, si stanno riversando finanziamenti sui mercati globali e sui centri di ricerca delle aziende farmaceutiche – ha sottolineato il presidente di Sanofi – Dobbiamo essere bravi, come credo stiamo facendo, insieme al Governo, a cambiare le policy europee. Oggi in Europa si sta cercando di attaccare e comprimere la proprietà intellettuale, questo è sbagliato, perchè così non si possono attrarre talenti e investimenti in ricerca e innovazione legati alla parte industriale. Dobbiamo rendere più aperte e flessibili le innovazioni, non è solo ricerca scientifica ma anche tecnologica e industriale – ha precisato – Il Governo sta dimostrando una grande sensibilità, collaborando con noi per cambiare il modo di lavorare su tutta la filiera. I costi ora sono del 30% superiori rispetto al 2021, in maniera strutturale. L’Europa è ancora dipendente in tante filiere dalle importazioni, in un momento di grande instabilità geopolitica ed economica dobbiamo avere una strategia forte sull’attrattività e la valorizzazione dei farmaci e delle competenze”.
“Un passaggio che ancora ci manca è la possibilità di avere un dato sanitario unico e centralizzato, su cui poter fare lavorare dall’intelligenza artificiale questa mole di dati per aiutare gli operatori – ha aggiunto – Serve un salto coraggioso dove oggi il blocco è nel garante della privacy, per utilizzare per la finalità della ricerca il dato sanitario, sempre proteggendo la privacy del singolo cittadino”.
Infine, sulle discrepanze a livello regionale in Italia nel campo della sanità: “Purtroppo c’è una situazione quasi impietosa di grande differenza riguardo farmaci, cure e prevenzione – ha riconosciuto Cattani – Ci servono riforme rapide, come l’abolizione dei prontuari ospedalieri regionali, che hanno strati di burocrazia completamente inutili che rallentano l’accesso ai farmaci e stimolano solo la migrazione sanitaria dei cittadini da una regione all’altra. Dobbiamo collaborare con il Governo affinchè riesca ad aiutare quelle regioni più indietro nel modernizzarsi e fare opere e investimenti previsti dal PNRR, che partono dalle infrastrutture di base – ha concluso – Abbiamo ospedali vecchi di oltre cent’anni, questo non è più sostenibile”.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).
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