ROMA (ITALPRESS) – «Cambieranno i trasporti, l’industria manifatturiera, la produzione energetica, il modo di fare turismo. Sarà una rivoluzione». Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, in un’intervista pubblicata nel numero da domani in edicola, spiega a Famiglia Cristiana la «trasformazione epocale che attende il nostro Paese, grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)». In tutto 235 miliardi di euro di investimenti, di cui 70 dedicati al “verde”.
«Al momento abbiamo, in tutto il territorio nazionale, 50 gigawatt di installazioni rinnovabili. Nei prossimi dieci anni dobbiamo portarle a 120. Non c’è un piano B. Non si può scherzare con il futuro delle persone. Abbiamo una road map molto chiara indicata dal Pnrr e dagli Accordi di Parigi secondo i quali entro il 2030 dobbiamo avere il 70% dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili». Uno sforzo dalle positive ricadute occupazionali.
«Nei prossimi cinque anni ci sarà almeno un milione di posti di lavoro in più per portare a termine tutta la trasformazione ecologica», afferma il ministro Cingolani. «Stiamo parlando di impiantare 30 mila colonnine per ricaricare le auto elettriche, di tutte le installazioni fotovoltaiche offshore, cioè galleggianti, dell’eolico, della riforestazione, dei lavori sugli acquedotti che si snodano su 24 mila chilometri. E ancora, dei bacini idrici, dell’agricoltura verticale, dell’economia circolare. Queste infrastrutture, se saranno ben fatte e avranno successo, creeranno lavoro stabile anche in futuro. Quindi al milione dei prossimi cinque anni se ne aggiungeranno molti di più per la gestione dello strutturale, perchè la faccia dell’Italia sarà completamente cambiata».
(ITALPRESS).
«Al momento abbiamo, in tutto il territorio nazionale, 50 gigawatt di installazioni rinnovabili. Nei prossimi dieci anni dobbiamo portarle a 120. Non c’è un piano B. Non si può scherzare con il futuro delle persone. Abbiamo una road map molto chiara indicata dal Pnrr e dagli Accordi di Parigi secondo i quali entro il 2030 dobbiamo avere il 70% dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili». Uno sforzo dalle positive ricadute occupazionali.
«Nei prossimi cinque anni ci sarà almeno un milione di posti di lavoro in più per portare a termine tutta la trasformazione ecologica», afferma il ministro Cingolani. «Stiamo parlando di impiantare 30 mila colonnine per ricaricare le auto elettriche, di tutte le installazioni fotovoltaiche offshore, cioè galleggianti, dell’eolico, della riforestazione, dei lavori sugli acquedotti che si snodano su 24 mila chilometri. E ancora, dei bacini idrici, dell’agricoltura verticale, dell’economia circolare. Queste infrastrutture, se saranno ben fatte e avranno successo, creeranno lavoro stabile anche in futuro. Quindi al milione dei prossimi cinque anni se ne aggiungeranno molti di più per la gestione dello strutturale, perchè la faccia dell’Italia sarà completamente cambiata».
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