ROMA (ITALPRESS) – “Purtroppo in molte aree del mondo, la pandemia non accenna a diminuire. Le differenze nei tassi di vaccinazione sono sconvolgenti. Sono state somministrate quasi 1,5 miliardi di dosi di vaccini, in oltre 180 paesi in tutto il mondo. Solo lo 0,3% di queste si trova in paesi a basso reddito, mentre i paesi più ricchi ne hanno somministrate quasi l’85%”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento di apertura al Global Health Summit.
“Queste disparità non sono solo inaccettabili. Sono anche una minaccia – ha proseguito Draghi -. Finchè il virus continua a circolare liberamente in tutto il mondo, può mutare pericolosamente e compromettere persino la campagna di vaccinazione di maggior successo. Dobbiamo assicurarci che i vaccini siano più disponibili per i paesi più poveri.
E’ essenziale consentire la libera circolazione di materie prime e vaccini oltre i confini. L’UE ha esportato circa 200 milioni di dosi di vaccini Covid-19 in 90 paesi, circa la metà della sua produzione totale. Tutti gli stati devono fare lo stesso. Dobbiamo revocare i divieti generalizzati di esportazione, soprattutto nei paesi più poveri. Purtroppo, molti paesi non possono permettersi di pagare questi vaccini. Questo è il motivo per cui iniziative come ACT Accelerator sono così importanti.
Finora l’Italia ha donato 86 milioni di euro a COVAX e altri 30 milioni a progetti multilaterali collegati”.
“Oggi sono molto lieto di annunciare che, questa settimana, intendiamo aumentare in modo significativo questo contributo e incrementarlo almeno di 300 milioni di euro. Dobbiamo anche aiutare i paesi a basso reddito, compresa l’Africa, a produrre i propri vaccini – ha sottolineato il premier -. Probabilmente avremo bisogno di più cicli di vaccinazione in futuro, e aumentare la produzione è essenziale. Una proposta è quella di introdurre una sospensione dei brevetti sui vaccini Covid-19.
L’Italia è aperta a questa idea, in modo mirato, limitato nel tempo e che non metta a repentaglio l’incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche. Ma questa proposta non garantisce che i paesi a basso reddito siano effettivamente in grado di produrre i propri vaccini. Dobbiamo sostenerli finanziariamente e con competenze specializzate. L’Italia accoglie con favore l’iniziativa della Commissione Europea volta a produrre vaccini e prodotti sanitari nei paesi a basso e medio reddito. Vogliamo coinvolgere le nostre aziende farmaceutiche e i nostri centri di ricerca per sostenere la produzione, in particolare in Africa.
E lo faremo insieme ad altri paesi partner, tra cui Francia e Germania”.
(ITALPRESS).
“Queste disparità non sono solo inaccettabili. Sono anche una minaccia – ha proseguito Draghi -. Finchè il virus continua a circolare liberamente in tutto il mondo, può mutare pericolosamente e compromettere persino la campagna di vaccinazione di maggior successo. Dobbiamo assicurarci che i vaccini siano più disponibili per i paesi più poveri.
E’ essenziale consentire la libera circolazione di materie prime e vaccini oltre i confini. L’UE ha esportato circa 200 milioni di dosi di vaccini Covid-19 in 90 paesi, circa la metà della sua produzione totale. Tutti gli stati devono fare lo stesso. Dobbiamo revocare i divieti generalizzati di esportazione, soprattutto nei paesi più poveri. Purtroppo, molti paesi non possono permettersi di pagare questi vaccini. Questo è il motivo per cui iniziative come ACT Accelerator sono così importanti.
Finora l’Italia ha donato 86 milioni di euro a COVAX e altri 30 milioni a progetti multilaterali collegati”.
“Oggi sono molto lieto di annunciare che, questa settimana, intendiamo aumentare in modo significativo questo contributo e incrementarlo almeno di 300 milioni di euro. Dobbiamo anche aiutare i paesi a basso reddito, compresa l’Africa, a produrre i propri vaccini – ha sottolineato il premier -. Probabilmente avremo bisogno di più cicli di vaccinazione in futuro, e aumentare la produzione è essenziale. Una proposta è quella di introdurre una sospensione dei brevetti sui vaccini Covid-19.
L’Italia è aperta a questa idea, in modo mirato, limitato nel tempo e che non metta a repentaglio l’incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche. Ma questa proposta non garantisce che i paesi a basso reddito siano effettivamente in grado di produrre i propri vaccini. Dobbiamo sostenerli finanziariamente e con competenze specializzate. L’Italia accoglie con favore l’iniziativa della Commissione Europea volta a produrre vaccini e prodotti sanitari nei paesi a basso e medio reddito. Vogliamo coinvolgere le nostre aziende farmaceutiche e i nostri centri di ricerca per sostenere la produzione, in particolare in Africa.
E lo faremo insieme ad altri paesi partner, tra cui Francia e Germania”.
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