ROMA (ITALPRESS) – “Ringrazio il Santo Padre per le parole di ieri; salvare vite lo abbiamo sempre fatto e lo faremo, ma l’Italia non può essere lasciata sola. Viviamo una stagione difficile per le famiglie italiane e per quelle straniere regolari, non possiamo fare sbarcare centomila persone irregolari”. Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a Rtl 102.5, intervenendo sul tema dei migranti. “Semplicemente si torna ad applicare la norma, si salvano le vite e si chiede all’Europa di intervenire. Se ci sono navi straniere, che siano spagnole, norvegesi, tedesche, sono di quei paesi e quei paesi non possono fregarsene. Sono sbarcati bambini, donne e malati, è un principio che funziona nel mondo, detto questo l’Europa e la Germania devono farsene carico, perchè una nave tedesca è territorio tedesco”, ha aggiunto.
Quindi “torneremo a chiedere ricollocamenti e ridistribuzioni. Questi sono viaggi organizzati, chi è a bordo di quelle navi paga tremila dollari che poi diventano armi e droga. Dobbiamo stroncare il traffico di esseri umani e quindi anche di droga e armi”. Per Salvini “non è una questione di principio ma normativa, l’immigrazione va controllata. La gran parte dei migranti è salvata dalla Guardia Costiera che interviene a soccorrere barchini e barconi allestiti dagli scafisti. Dobbiamo tornare a lavorare direttamente nel Nord Africa. In Libia non si può andare a trattare, ma dobbiamo aiutare quei paesi a uscire dalla crisi”.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-
Quindi “torneremo a chiedere ricollocamenti e ridistribuzioni. Questi sono viaggi organizzati, chi è a bordo di quelle navi paga tremila dollari che poi diventano armi e droga. Dobbiamo stroncare il traffico di esseri umani e quindi anche di droga e armi”. Per Salvini “non è una questione di principio ma normativa, l’immigrazione va controllata. La gran parte dei migranti è salvata dalla Guardia Costiera che interviene a soccorrere barchini e barconi allestiti dagli scafisti. Dobbiamo tornare a lavorare direttamente nel Nord Africa. In Libia non si può andare a trattare, ma dobbiamo aiutare quei paesi a uscire dalla crisi”.
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