ROMA (ITALPRESS) – Diffondere informazione e conoscenza sulle aziende estere in Italia, sul loro positivo contributo di valore, organizzare dati e informazioni disponibili ma poco fruibili, contribuire agli obiettivi di “retention” e ” attraction” degli investimenti esteri in Italia, correlare l’impegno delle imprese estere in Italia alle strategie del Pnrr. Sono alcuni degli obiettivi dell’Osservatorio imprese estere, promosso da Luiss e Confindustria, su iniziativa dell’Advisory Board investitori esteri (ABIE) di Confindustria, che vuole essere un punto di riferimento a livello nazionale per la raccolta, analisi, integrazione e sistematizzazione di dati e conoscenze riguardanti le imprese estere residenti in Italia.
“Si devono costruire occasioni di lavoro puntando sulla coesione italiana ed europea, la crescita diventa una precondizione fondamentale e le proposte per la crescita diventano un elemento determinante, un pilastro. L’Osservatorio in questo dibattito diventa un punto essenziale. L’Europa è in evoluzione, deve superare la prima fase che è quella del resistere e passare a quella dell’agire. Serve una sostenibilità che si posi su tre pilastri: economico, sociale e ambientale. In tutto questo fondamentale diventa il fattore tempo”, ha detto il presidente della Luiss Guido Carli, Vincenzo Boccia.
Marco Travaglia, presidente e Ad Nestlè Italia, è entrato nel dettaglio del progetto: “Ci poniamo l’obiettivo di rispondere a quattro bisogni: il primo è quello di diffondere informazioni e conoscenze sulle imprese estere in Italia e sul loro contributo positivo in termine di valore. Tendiamo spesso a sentire una narrativa neutrale e spesso negativa su quello che è il reale contributo delle aziende estere in Italia, invece c’è tanto da valorizzare. Mettendo a disposizione informazioni e dati, vogliamo contribuire ad aumentare l’attrattività degli investimenti esteri in Italia, che sono un fattore importante per l’economia del Paese”. Ma come hanno affrontato la crisi di questo anno di pandemia le multinazionali in Italia? Per Pasquale Frega, presidente e Ad di Novartis Italia, la società “ha affrontato questa tempesta in maniera molto energica, sviluppando un piano Novartis per un’Italia a prova di futuro. I capitoli di questo piano sono diversi, il primo ha riguardato la sicurezza dei nostri collaboratori e la loro capacità di continuare a operare e proseguire nella nostra missione, che è quella di fornire farmaci per chi ne ha bisogno”. Mettere in sicurezza i lavoratori è stata la prima operazione fatta anche da Birra Peroni e P&G. “Noi abbiamo registrato anche alcuni dati positivi a partire dal fatto che in questi 14 mesi di crisi non abbiamo avuto un focolaio in tutto il nostro gruppo”, ha osservato Enrico Galasso, presidente e Ad di Birra Peroni. “Abbiamo aumentato del 30% il nostro investimento in formazione, continuato a investire sui marchi, lavorato a fianco dei nostri clienti, investito molto su come creare quella che sarà l’azienda tra 10 anni. Abbiamo accelerato alcuni investimenti”.
P&G, come ha ricordato Paolo Grue, presidente e Ad, ha scelto l’Italia per “il potenziale del mercato italiano, ma anche perchè il consumatore è molto attento a qualità e innovazione, è un importante polo produttivo e anche come fornitura. Come abbiamo reagito alla pandemia? Come tutti, per prima cosa abbiamo lavorato per mettere in sicurezza il personale. Poi abbiamo lavorato sulla continuità della produzione. Come tante aziende multinazionali abbiamo cercato di dare il nostro contributo al Paese”, ha concluso.
(ITALPRESS).
“Si devono costruire occasioni di lavoro puntando sulla coesione italiana ed europea, la crescita diventa una precondizione fondamentale e le proposte per la crescita diventano un elemento determinante, un pilastro. L’Osservatorio in questo dibattito diventa un punto essenziale. L’Europa è in evoluzione, deve superare la prima fase che è quella del resistere e passare a quella dell’agire. Serve una sostenibilità che si posi su tre pilastri: economico, sociale e ambientale. In tutto questo fondamentale diventa il fattore tempo”, ha detto il presidente della Luiss Guido Carli, Vincenzo Boccia.
Marco Travaglia, presidente e Ad Nestlè Italia, è entrato nel dettaglio del progetto: “Ci poniamo l’obiettivo di rispondere a quattro bisogni: il primo è quello di diffondere informazioni e conoscenze sulle imprese estere in Italia e sul loro contributo positivo in termine di valore. Tendiamo spesso a sentire una narrativa neutrale e spesso negativa su quello che è il reale contributo delle aziende estere in Italia, invece c’è tanto da valorizzare. Mettendo a disposizione informazioni e dati, vogliamo contribuire ad aumentare l’attrattività degli investimenti esteri in Italia, che sono un fattore importante per l’economia del Paese”. Ma come hanno affrontato la crisi di questo anno di pandemia le multinazionali in Italia? Per Pasquale Frega, presidente e Ad di Novartis Italia, la società “ha affrontato questa tempesta in maniera molto energica, sviluppando un piano Novartis per un’Italia a prova di futuro. I capitoli di questo piano sono diversi, il primo ha riguardato la sicurezza dei nostri collaboratori e la loro capacità di continuare a operare e proseguire nella nostra missione, che è quella di fornire farmaci per chi ne ha bisogno”. Mettere in sicurezza i lavoratori è stata la prima operazione fatta anche da Birra Peroni e P&G. “Noi abbiamo registrato anche alcuni dati positivi a partire dal fatto che in questi 14 mesi di crisi non abbiamo avuto un focolaio in tutto il nostro gruppo”, ha osservato Enrico Galasso, presidente e Ad di Birra Peroni. “Abbiamo aumentato del 30% il nostro investimento in formazione, continuato a investire sui marchi, lavorato a fianco dei nostri clienti, investito molto su come creare quella che sarà l’azienda tra 10 anni. Abbiamo accelerato alcuni investimenti”.
P&G, come ha ricordato Paolo Grue, presidente e Ad, ha scelto l’Italia per “il potenziale del mercato italiano, ma anche perchè il consumatore è molto attento a qualità e innovazione, è un importante polo produttivo e anche come fornitura. Come abbiamo reagito alla pandemia? Come tutti, per prima cosa abbiamo lavorato per mettere in sicurezza il personale. Poi abbiamo lavorato sulla continuità della produzione. Come tante aziende multinazionali abbiamo cercato di dare il nostro contributo al Paese”, ha concluso.
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