ROMA (ITALPRESS) – “Il 2022 è stato un anno straordinario, non solo per i risultati di Tokyo che sono stati l’apice della nostra attività, ma perchè ha concluso un progetto iniziato dieci anni fa e che ha visto protagonisti ragazzi giovanissimi che avevano iniziato con noi questa avventura e che nel 2022 tra Olimpiadi, Europei e altri campionati hanno regalato medaglie storiche all’Italia”. Il presidente della Federpesistica Antonio Urso traccia un bilancio positivo del suo movimento per l’anno che sta per concludersi (10 medaglie agli Europei e 9 ai Giochi del Mediterraneo), anche se dal 5 al 16 dicembre prossimi i Mondiali a Bogotà, che valgono anche come qualificazione olimpica, potranno delineare un quadro migliore. “Andiamo in Colombia con la speranza che alcuni risultati potrebbero già essere interessanti in termini di qualificazione olimpica – ha detto Urso all’Italpress -. E’ cambiato il regolamento, ognuno gareggerà individualmente, il proprio risultato rientrerà all’interno di un ranking che selezionerà gli atleti per Parigi 2024. I nostri atleti sono protagonisti e ci aspettiamo che da Bogotà inizi a delinearsi il nostro ranking per le prossime Olimpiadi. Puntiamo sempre in alto. Possiamo qualificare tre uomini e tre donne, su questo lavoriamo, abbiamo una squadra competitiva che ci permette di sognare, la direzione tecnica sta facendo un lavoro straordinario”.
La carriera da dirigente di Urso, recentemente insignito del Collare d’oro del Coni, è stata caratterizzata da una ferma e risoluta lotta al doping, fenomeno che ha rischiato di mettere in ombra lo sport che rappresenta. Negli ultimi mesi, da segretario della IWF (Federazione internazionale di pesi) ha proseguito la sua battaglia. “Siamo riusciti a fare delle cose importanti, sono stati sei mesi proficui. In ambito doping abbiamo escluso tutte le nazioni che non ci danno la possibilità di poterle controllare, abbiamo allungato i tempi in cui gli atleti devono stare sotto il controllo della Wada e siamo riusciti ad aumentare il numero dei controlli fuori competizione. Oltre ad aver lavorato sulla governance, sulla ristrutturazione della segreteria e sui compiti dell’esecutivo” le parole di Urso, soddisfatto dalla nomina del ministro Abodi. “Lo sport italiano aveva necessità di avere un ministro. E’ il riconoscimento del governo ad un settore della società italiana oltremodo produttivo e che a livello internazionale rappresenta un’eccellenza. Abodi viene dal mondo dello sport, conosce tutte le dinamiche che governano il nostro mondo, ci aspettiamo di avere la capacità di poterci confrontare con una persona che ha esperienza e potere trovare soluzioni assieme. Uno dei problemi dell’ultimo periodo è stato che le soluzioni sono state avulse dalle esigenze dello sport e delle dinamiche che qualche federazione deve rispettare. Questo ha significato perdita di tempo, di progetti e possibilità in ambito sportivo.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).
La carriera da dirigente di Urso, recentemente insignito del Collare d’oro del Coni, è stata caratterizzata da una ferma e risoluta lotta al doping, fenomeno che ha rischiato di mettere in ombra lo sport che rappresenta. Negli ultimi mesi, da segretario della IWF (Federazione internazionale di pesi) ha proseguito la sua battaglia. “Siamo riusciti a fare delle cose importanti, sono stati sei mesi proficui. In ambito doping abbiamo escluso tutte le nazioni che non ci danno la possibilità di poterle controllare, abbiamo allungato i tempi in cui gli atleti devono stare sotto il controllo della Wada e siamo riusciti ad aumentare il numero dei controlli fuori competizione. Oltre ad aver lavorato sulla governance, sulla ristrutturazione della segreteria e sui compiti dell’esecutivo” le parole di Urso, soddisfatto dalla nomina del ministro Abodi. “Lo sport italiano aveva necessità di avere un ministro. E’ il riconoscimento del governo ad un settore della società italiana oltremodo produttivo e che a livello internazionale rappresenta un’eccellenza. Abodi viene dal mondo dello sport, conosce tutte le dinamiche che governano il nostro mondo, ci aspettiamo di avere la capacità di poterci confrontare con una persona che ha esperienza e potere trovare soluzioni assieme. Uno dei problemi dell’ultimo periodo è stato che le soluzioni sono state avulse dalle esigenze dello sport e delle dinamiche che qualche federazione deve rispettare. Questo ha significato perdita di tempo, di progetti e possibilità in ambito sportivo.
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