ROMA (ITALPRESS) – Per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, le aziende italiane del settore idrico sono pronte a mettere in campo investimenti per circa 11 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. E’ questa la conclusione di un’analisi messa a punto da Utilitalia (la Federazione delle imprese di acqua, ambiente ed energia) incrociando le linee di investimento previste dal Recovery plan con i progetti delle aziende associate candidabili a essere finanziati dal PNRR. L’indagine è stata presentata oggi in occasione del Festival dell’Acqua.
Il PNRR destina 3,5 miliardi alla componente “Garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche lungo l’intero ciclo”. Tra quello che viene messo in campo e quanto potrebbe essere investito la discrepanza è quindi di circa 10,5 miliardi.
Dall’indagine è emerso che 7,8 miliardi dovrebbero essere destinati a interventi per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico delle aree urbane e una maggiore resilienza delle infrastrutture; altri 3,1 miliardi di euro sono invece stati stimati per contrastare il fenomeno delle dispersioni idriche, per un totale di 10,9 miliardi per progetti dedicati al contrasto ai cambiamenti climatici. Se si considerano anche i circa 3 miliardi di investimenti per il comparto della fognatura e della depurazione, il totale arriva a 14 miliardi.
L’Italia ha visto negli ultimi anni il susseguirsi di situazioni climatiche estreme, in termini di temperature raggiunte nonchè di scarsità, ma anche di abbondanza di precipitazioni. Ciò ha causato diffusi regimi idrologici di magra, la mancata ricostituzione delle scorte naturali (nevai, ghiacciai, falde, laghi) e una maggiore richiesta di acqua per qualunque attività umana. Il settore idrico è chiamato a tener conto dei rischi naturali derivanti dal clima che cambia, e deve necessariamente implementare sistemi innovativi che consentano non solo l’uso razionale della risorsa e il riuso della stessa, ma anche interventi per l’adattamento al rischio climatico ed idrogeologico.
“Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali – spiega il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo – non possono più essere considerati avvenimenti eccezionali ma eventi dalla ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo. Solo un massiccio piano di investimenti potrà quindi consentire di affrontare i cambiamenti climatici e in particolare i periodi fortemente siccitosi”.
Su questo fronte molto bisognerà fare – osserva Utilitalia – puntando sulla grande opportunità storica offerta dal Next Generation EU, e sulla sua capacità di sostenere la ripresa economica in chiave di sostenibilità.
(ITALPRESS).
Il PNRR destina 3,5 miliardi alla componente “Garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche lungo l’intero ciclo”. Tra quello che viene messo in campo e quanto potrebbe essere investito la discrepanza è quindi di circa 10,5 miliardi.
Dall’indagine è emerso che 7,8 miliardi dovrebbero essere destinati a interventi per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico delle aree urbane e una maggiore resilienza delle infrastrutture; altri 3,1 miliardi di euro sono invece stati stimati per contrastare il fenomeno delle dispersioni idriche, per un totale di 10,9 miliardi per progetti dedicati al contrasto ai cambiamenti climatici. Se si considerano anche i circa 3 miliardi di investimenti per il comparto della fognatura e della depurazione, il totale arriva a 14 miliardi.
L’Italia ha visto negli ultimi anni il susseguirsi di situazioni climatiche estreme, in termini di temperature raggiunte nonchè di scarsità, ma anche di abbondanza di precipitazioni. Ciò ha causato diffusi regimi idrologici di magra, la mancata ricostituzione delle scorte naturali (nevai, ghiacciai, falde, laghi) e una maggiore richiesta di acqua per qualunque attività umana. Il settore idrico è chiamato a tener conto dei rischi naturali derivanti dal clima che cambia, e deve necessariamente implementare sistemi innovativi che consentano non solo l’uso razionale della risorsa e il riuso della stessa, ma anche interventi per l’adattamento al rischio climatico ed idrogeologico.
“Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali – spiega il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo – non possono più essere considerati avvenimenti eccezionali ma eventi dalla ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo. Solo un massiccio piano di investimenti potrà quindi consentire di affrontare i cambiamenti climatici e in particolare i periodi fortemente siccitosi”.
Su questo fronte molto bisognerà fare – osserva Utilitalia – puntando sulla grande opportunità storica offerta dal Next Generation EU, e sulla sua capacità di sostenere la ripresa economica in chiave di sostenibilità.
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