Una serie di violazioni ambientali e una storica ditta di Alcamo, nel trapanese, rischia adesso la chiusura. Questo quanto riscontrato da Arpa, agenzia regionale protezione ambiente, polizia municipale e Libero Consorzio nei confronti di una ditta storica di produzione mangimi, la Adragna alimenti zootecnici di via Porta Palermo. In particolare ci sarebbero delle difformità rispetto a delle inottemperanze legate alle prescrizioni imposte dall’Aua, l’autorizzazione unica ambientale rilasciata nel 2016, e alla materiale gestione dell’azienda relativamente alla presenza di rifiuti e addirittura scarichi non regolari.
L’ordinanza del Comune
Dal Comune è stata emessa un’ordinanza con cui si danno 30 giorni di tempo all’azienda per adeguarsi altrimenti si procederà alla sospensione di tutte le attività in cui sarebbero emerse delle violazioni. Nel loro blitz i caschi bianchi avrebbero accertato “la ricorrente fuoriuscita su strada pubblica di liquido putrido e maleodorante”. Il titolare dell’azienda è stato anche denunciato alla Procura per diverse ipotesi di reato: scarico non autorizzato di reflui di origine industriale non pericolosi sulla cunetta stradale e gestione di rifiuti speciali liquidi non autorizzata, ovvero acque di processo del ciclo di lavorazione.
Sospetti anche sulle emissioni in atmosfera
A seguito degli ulteriori accertamenti il comando di polizia municipale ha anche formulato le ipotesi di reato per quel che concerne la norma sulle emissione in atmosfera mentre sono ancora in corso le indagini per la verifica dell’ipotesi di scarico industriale abusivo, per sversamento di reflui riconducibili alla produzione di acque all’interno del processo produttivo, congiuntamente con gli organi tecnici regionali e per lo scarico all’esterno sulla pubblica via delle acque di dilavamento degli spazi esterni aziendali a seguito di eventi meteorici, configurabili quali “scarico non autorizzato di reflui industriali non pericolosi”.
Deve adeguarsi
Adesso gli uffici della direzione 1 del Comune, che hanno competenza in materia ambientale, hanno intimato alla ditta di adeguarsi alle prescrizioni imposte dall’Aua avanzando una formale diffida. Sono 30 i giorni di tempo dati alla ditta per ottemperare: “Trascorso infruttuosamente il termine imposto, o qualora i chiarimenti e gli interventi predisposti dalla ditta non fossero ritenuti da Arpa Sicilia esaustivi o risolutivi, – si legge nell’ordinanza comunale – verrà disposta la sospensione di quelle attività per le quali sono state riscontrate le difformità e ciò fino alla definitiva risoluzione delle stesse, che dovrà essere accertata da parte dell’Autorità competente”.
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