L’inchiesta che oggi ha portato all’arresto del deputato regionale del Pd, già ex assessore comunale di Trapani, Dario Safina, è iniziata nel settembre del 2020, dopo l’incendio in un impianto di raccolta rifiuti della Trapani Servizi spa. Le indagini hanno portato all’arresto del deputato regionale accusato di di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di notizie riservate e all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex direttore generale della Trapani e Servizi Carlo Guarnotta, dell’ex direttore amministrativo della società Giuseppe Ullo, del consulente Rosario Bellofiore, del manager Christian Valerio e della società City Green Light.
Natura dolosa del rogo aprì ad intercettazioni
La natura dolosa del rogo spinse i carabinieri a disporre una serie di intercettazioni a carico dell’amministratore unico pro tempore della società comunale che gestisce i rifiuti Carlo Guarnotta e di alcuni dipendenti della municipalizzata che lavoravano all’impianto.
Secondo l’inchiesta nomina Guarnotta favorita da concorso truccato
L’inchiesta avrebbe accertato, tra l’altro, che per favorire la nomina di Guarnotta a direttore generale dopo la sua decadenza dalla carica per l’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione, sarebbe stato predisposto un concorso truccato.
Per aiutare Guarnotta l’avviso per la selezione del direttore sarebbe stato fatto da Bellofiore su misura, attraverso l’inserimento di una serie di requisiti che solo il concorrente favorito aveva. Il bando dunque, che prevedeva ad esempio che il direttore avesse lavorato almeno per tre anni come dirigente di imprese pubbliche o partecipate con almeno 110 dipendenti (la Trapani e Servizi ne aveva allora 126) era congegnato in modo tale che solo Guarnotta avrebbe potuto vincere.
Al piano avrebbe partecipato anche l’allora direttore amministrativo Ullo. In cambio dell’aiuto Guarnotta avrebbe promesso a Rosario Bellofiore, ex consulente della società, la conferma dell’incarico nonostante il parere negativo del cda.
L’operazione dei carabinieri di Trapani
Nella mattinata odierna militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Trapani, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’Ufficio del G.I.P. del Tribunale del capoluogo. Primo destinatario proprio il deputato regionale, Dario Safina, già assessore ai lavori pubblici del Comune di Trapani, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Con lui sono finiti nell’inchiesta e si sono visti notificare il divieto di dimora il Direttore Generale e Amministrativo della società “Trapani Servizi” spa che si occupa della raccolta e trattamento dei rifiuti proprio a Trapani, destinatario del divieto di dimora nei comuni di Trapani ed Erice e l’Energy Manager per la Sicilia di una società operante nel settore dell’illuminazione pubblica, destinatario del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, per la durata di un anno.
La difesa del deputato
“Ho la coscienza a posto, chiarirò tutto appena possibile” dice il deputato posto ai domiciliari. “Stamattina all’alba mi è stato notificato un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari. I fatti contestati dalla magistratura riguardano il periodo in cui ricoprivo il ruolo di assessore ai Lavori Pubblici al Comune di Trapani. Due le accuse che gli inquirenti muovono nei miei confronti: corruzione e turbativa d’asta. Sono sereno e ho la coscienza tranquilla. Sono fiducioso nell’operato della magistratura e sono certo che riuscirò a chiarire la vicenda nel più breve tempo possibile”.
Commenta con Facebook