La condanna di cinque dei 16 imputati del procedimento scaturito dall’operazione di polizia denominata Jammer, che a fine maggio 2021 consentì di sgominare tre bande, collegate tra loro, specializzate nell’assalto ai bancomat di istituti di credito e uffici postali, è stata invocata dal pm della Procura di Marsala Marina Filingeri, che in totale ha chiesto quasi trent’anni di carcere.
I bancomat venivano scardinati con escavatori rubati poco prima dei “colpi” e poi portati via con tutto il denaro che era dentro. Le tre bande operavano a Marsala, Trapani e nel Catanese. I cinque che hanno scelto il processo abbreviato (davanti al gup di Marsala Annalisa Amato) sono Fabrizio Stabile, 29 anni di Marsala, Antonino Viglianesi, di 42, Alessandro Valentino Longo, di 43, Concetto Mannuccia 37 anni di Catania, e Andrea Tropea, 33 anni di Acireale.
Le richieste del Pm, possibile sentenza il 10 marzo
Le pene più severe (sei anni e 11 mesi di carcere ciascuno) sono state invocate per Tropea e Mannuccia, mentre cinque anni e 11 mesi sono stati chiesti per Longo, cinque anni e 3 mesi per Viglianesi e tre anni e 4 mesi per Stabile. La sentenza potrebbe essere emessa il 10 marzo.
A fine novembre 2021 quattro imputati avevano deciso patteggiamento
A fine novembre scorso, davanti al gup Riccardo Alcamo, avevano scelto di patteggiare la pena altri quattro imputati: 4 anni di carcere a testa sono stati inflitti ai trapanesi Antonino Anselmo, di 58 anni, e Massimiliano Gaspare Salafia, di 44, mentre 2 anni e mezzo sono stati decisi per il 55enne marsalese Isidoro Salvatore Rallo, in passato arrestato anche in operazioni di mafia, e un anno e mezzo al trapanese Francesco Mancuso, di 32 anni.
Nella stessa udienza, per altri cinque è stato disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Trapani per competenza territoriale (Giuseppe Di Dio, Rosario Maisano, Gaetano Barbera, Pietro Maisano e Maria Barbera).
L’operazione “Jammer”, condotta dalla Squadra mobile di Trapani, sfociò nell’arresto di 14 persone (sette in carcere, gli altri ai domiciliari) nella denuncia di altre 22, a vario titolo accusate di associazione per delinquere, furto, danneggiamento aggravato, simulazione di reato. Cinque gli assalti, eseguiti tutti con lo stesso modus operandi.
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