“Un muratore di 26 anni di Castelvetrano che lascia la città attorno al 1960 nel 1961 dirà io e mio padre non avevamo i soldi per comprare il mangiare e il mobilio pignorato. Come è possibile che un muratore diventa il padrone di un patrimonio che supera 5 miliari di dii euro? Oggi abbiamo confiscato beni per oltre un miliardo e mezzo di euro e siamo in presenza di un provvedimento definitivo.

Carmelo Patti come Lucky Luciano finisce sotto i riflettori della Dia per l’evasione fiscale. Abbiamo evidenziato un legame tra l’evasione fiscale ben strutturata tra azienda madri e polverizzate nel territorio nella provincia di Trapani e soprattutto a Castelvetrano. Un sistema di evasione fiscale per decine e decine di milioni di euro. Un sistema che ha consentito alla criminalità mafiosa di quell’aria di nutrire e farsi nutrire”.

Lo ha detto Giuseppe Governale direttore della Dia nel corso della conferenza stampa sulla confisca dei beni per un miliardo e mezzo agli eredi di Carmelo Patti ex patron della Valtur.

La D.I.A. di Palermo precisa che in relazione alla confisca del patrimonio di Patti Carmelo riguardante – tra gli altri – il Resort Kamarina Beach srl, allo stato non ultimato, sito in località Kamarina di Ragusa di proprietà della MEDITERRANEO VILLAGES Spa in as, non è in alcun modo riferibile al Kamarina Resort apparso nelle immagini odierne, del tutto estraneo al provvedimento in argomento.

“Carmelo Patti e il suo commercialista Michele Alagna, inizialmente insegnante, si sono conosciuti un giorno dal barbiere negli anni ‘70. Patti è stato affascinato dalla figura di Alagna.

Da quel giorno Michele Alagna diventerà il commercialista con un solo  cliente. Il commercialista ha una sorella Franca Alagna che ha dato alla luce il figlio di Matteo Messina Denaro – ha aggiunto Governale – Questo in territorio di Castelvetrano non può succedere per caso. Carmelo Patti è stato un imprenditore capace. A metà del suo percorso ha messo in atto una serie di attività che hanno attirato l’attenzione di Cosa Nostra che lo ha avvicinato e il commercialista è diventato un collegamento importante”.

Adesso questa nuova confisca per lo Stato rappresenta una nuova sfida per evitare che si ripetano i fallimenti con altre aziende finite miseramente chiuse dopo i provvedimenti della magistratura.

“Quando lo Stato ha affrontato le sfide con lo spirito del burocratese  del disinteresse effettivo e sostanziale di facciata nella gestione dei beni confiscati, ha perso. Io penso che quelle pagine stanno alle spalle.

Lo Stato è capace di costruire anticorpi di rigenerarsi magari lentamente e di colpire. Oggi siamo di fronte ad una sfida il Parlamento è intervenuto recentemente rimodulando l’agenzia dei beni confiscati. Siamo davanti ad una sfida soprattutto per le migliaia di dipendenti che lavorano nelle azienda confiscate a Patti”. Lo ha detto Giuseppe Governale direttore della Dia nel corso della conferenza stampa sulla confisca agli eredi di Carmelo Patti.

”Ricorreremo in appello e in ogni altra sede, compresa la corte europea dei diritti dell’uomo, per chiedere l’annullamento del decreto del tribunale di Trapani”.

Lo dicono i difensori degli eredi, la moglie e i tre figli, del cavaliere Carmelo Patti, Francesco Bertorotta e Angelo Mangione.