Un tunisino di 30 anni non ancora compiuti, accusato di reati connessi alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti, affetto da patologie psichiche, si è impiccato ieri sera nella sua cella presso la casa circondariale di Trapani. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari.

E’ quanto denuncia Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. Sale così a 44 (più uno ammesso al lavoro all’esterno e un altro in una Rems) la tragica conta dei detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere 3 operatori.

“Una mattanza senza fine, mentre il ministro della giustizia, Carlo Nordio, e il governo Meloni – aggiunge De Fazio – continuano a pestare l’acqua nel mortaio annunciando provvedimenti, per lo più triti e ritriti, di sicura inefficacia, al pari di quello adottato un anno fa (decreto-legge 92/2024)”. La situazione a Trapani è drammatica.

“Ci sono 524 reclusi sono stipati in 497 posti disponibili, mentre gli operatori di polizia penitenziaria assegnati sono 260, quando ne servirebbero almeno 417, con un deficit di oltre il 35%, – aggiunge il segretario della Uilpa – tanto che capita che un solo agente debba occuparsi, per esempio, di sorvegliare a vista ben 4 detenuti contemporaneamente”.