Il Consiglio comunale di Castelvetrano è sciolto. Dopo la polemica sul rientro fra i banchi del consigliere comunale amico di Messina Denaro ma assolto da ogni accusa e dopo i servizi delle Iene in paese, sono arrivate le dimissioni in massa dei consiglieri del Comune di Castelvetrano, paese della provincia di Trapani, regno del superlatitante Matteo Messina Denaro.

A sollecitare un simile gesto ieri erano stati i Cinquestelle ma non c’erano solo loro ad appuntare la propria attenzione sul Comune. Sono ventisette su trenta i consiglieri che fino a questo momento hanno deciso di consegnare le proprie dimissioni. Lo scioglimento a questo punto è cosa fatta ed è probabile che anche gli ultimi tre firmino analoga scelta per non restare al centro della polemica con il classico cerino in mano senza poter in alcun modo contrastare lo scioglimento.

Una scelta, quella maturata nelle ultime 24 ore, che non è stata del tutto autonoma ma che è comunque frutto dell’imbarazzo derivante dalle pressioni dopo il rientro fra i banchi del consiglio di Lillo Giambalvo, arrestato e poi assolto in primo grado dall’accusa di associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione “Eden 2” che nel dicembre
2014 portò in galera una serie di favoreggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro.

Giambalvo viene intercettato mentre racconta un suo incontro con Messina Denaro, occasionale, mentre andava a caccia. una vicenda che gli aveva fruttato l’accusa di favoreggiamento dalla quale è stato poi scagionato. Ma per l’opinione pubblica questo non basta e su Giambalvo pesano parecchie ombre e polemiche.

“E’ la migliore risposta che i consiglieri comunali potessero dare per tutelare l’immagine e l’interesse della città – dice Mimmo Turano, capogruppo dell’Udc all’Ars ed ex presidente della provincia di Trapani -. Ringrazio in particolare i consiglieri del gruppo Udc-Area Popolare, il capogruppo Salvatore Ingrasciotta, Piero Barresi e Pietro Sciacia – aggiunge Turano – che hanno sentito il dovere di restituire serenità ad una comunità turbata e sotto pressione. Da questo senso di responsabilità e dal rigore morale bisognerà ripartire per costruire il futuro di Castelvetrano”.

“Una scelta inevitabile” la definisce il deputato M5S alla Camera Riccardo Nuti che col suo collega a Montecitorio Manlio Di Stefano avevano rivolto un’interrogazione al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno per chiedere lo scioglimento del consesso civico, ai sensi dell’articolo 143 del testo unico degli Enti locali sulle infiltrazioni mafiose. “Non c’era altro modo di uscire da questa brutta situazione cercando di salvare l’immagine del Comune”. Da Nuti arriva anche un attacco ad Alfano: “Poteva intervenire ed invece è rimasto a guardare”.

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