Sebbene sempre più diffusa anche tra dilettanti poco capaci (complice il proliferare di editori a pagamento), la scrittura creativa richiede impegno, sacrifici, tempo sottratto ad altre occupazioni. Scrivere non è facile.
Comporta più di una fatica: trovare la parola giusta, la frase calzante, far scorrere la propria immaginazione e tradurre il proprio pensiero in periodi efficaci. E il rapporto tra chi scrive e la pagina bianca è tutt’altro che idilliaco.
Sulle “nevrosi” dello scrittore e sul suo “conflitto” con i “compagni” della sua creatività ci intrattiene Salvatore Mugno, poligrafo trapanese di versatile ispirazione, con una singolare raccolta di racconti, “Parole in croce”, edita da Margana (casa editrice emergente chiamata a dare continuità, nel contesto territoriale trapanese, all’impegno del compianto Salvatore Coppola).
Si tratta di otto brevi scritti giovanili che Mugno solo ora ha voluto proporre alla stampa. Il fatto che siano rimasti tanto tempo nel cassetto non deve far pensare a un difetto di qualità. Tutt’altro: semmai, in questo caso, potrebbe significare il contrario. La ricercatezza, la vivacità, l’originalità di queste pagine diaristiche, nonché certo gusto canzonatorio che in esse aleggia, probabilmente ne spiegano la tardiva pubblicazione.
Tra divertissement, esercizi di stile, provocazioni, Mugno ci diverte e nello stesso tempo ci fa riflettere su quanto sia difficile e ingrato il mestiere di chi scrive, quante insidie nasconde, quante energie richiede.
In questo godibile libriccino, Mugno fa sfoggio della sua abilità letteraria. E però non l’ostenta: il lessico elaborato, i giochi di parola arditi, le arguzie e le facezie spinte sino al paradosso non sono fini a se stessi, ma funzionali al messaggio che affida agli otto racconti.
Un messaggio che può così riassumersi e che presenta una dimensione autobiografica: la scrittura è un’ossessione, arricchisce la propria vita, la fa immergere in universi oscuri altrimenti inesplorati, conduce allo scavo interiore più profondo e a consapevolezze non acquisibili in altro modo, ma nello stesso tempo ha tanti costi, tante privazioni e “deviazioni”.
Sia chiaro: con “Parole in croce” siamo dinanzi a un libro che piacerà (e molto) a un pubblico ristretto, a chi ha confidenza con la scrittura e con la lettura. Un libro per pochi, insomma, ma Mugno, che vanta tantissime pubblicazioni di generi diversi (narrativa, saggistica, biografie) e su svariati temi (dalla mafia alla cultura popolare, dalla critica letteraria al pamphlet umoristico), non ha mai cercato il grosso pubblico, ha scritto e scrive per sé e per i lettori a cui tiene.
Tra gli otto racconti, “Autobiografia della mano destra dell’autore” è un’autentica chicca: vale da sola l’intera raccolta e merita di essere selezionata in un’antologia di pregio.
Commenta con Facebook