A Castelvetrano, in provincia di Trapani, sarà indetto il lutto cittadino dal sindaco nel giorno del funerale che sarà messo in programma dopo l’esecuzione dell’autopsia sul corpo di Maria Amatuzzo di 29 anni. Si tratta della donna che sarebbe stata uccisa dal marito Ernesto Favara, 63 anni, con 12 coltellate nel giorno della vigilia di Natale.

Il sindaco dichiara lutto cittadino

Il brutale femminicidio avvenuto a Marinella di Selinunte, frazione di Castelvetrano, ha scosso l’intera comunità di Castelvetrano, per questo, nel giorno dell’ultimo saluto alla 29enne sarà lutto cittadino in paese anche se il funerale potrebbe essere celebrato a Palermo, città di origine della vittima.

La donna massacrata con 12 fendenti

A Marinella di Selinunte (Tp), Maria Amatuzzo, 29 anni, è stata massacrata con dodici fendenti all’addome dal marito, arrestato per omicidio dai carabinieri che l’hanno trovato con un grosso coltello da cucina ancora in mano. Nel giorno che doveva essere di festa, la borgata marinara abitata soprattutto da pescatori, in provincia di Trapani, ha vissuto l’orrore per l’atroce omicidio di Maria Amatuzzo, madre di quattro figli, le più piccole di appena 4 anni avute proprio dall’uomo che l’ha uccisa: Ernesto Favara, 63 anni.

Fermato il marito

I carabinieri, allertati da alcuni testimoni, che avevano sentito le urla della donna provenienti dall’appartamento, hanno fermato l’uomo che brandiva il coltello dopo avere colpito la moglie. Entrambi i coniugi avevano matrimoni alle spalle, ciascuno con due figli dalle precedenti relazioni, che però non vivevano con loro. Anche le due gemelline da circa un anno erano state tolte alla coppia, vivono in una comunità alloggio.

La testimonianza del fratello

“Ero a casa e stavo dormendo, quando ho sentito gridare ‘aiuto, aiutò, mi sono affacciato dal balcone del primo piano sul cortile e ho visto mio fratello ancora col coltello in mano”, la drammatica testimonianza di Antonino Favara, 56 anni, fratello
di Ernesto. L’uomo racconta i momenti precedenti al delitto. “Avevo parlato con mio fratello chiedendogli cosa avremmo preparato per la cena di Natale – ricorda – poi sono andato a letto. Nel pomeriggio ho sentito le urla, mi sono alzato, mi sono messo i pantaloni, ho preso la stampella e mi sono affacciato e ho visto mio fratello col coltello in mano insanguinato. Gli ho chiesto cosa avesse fatto e lui mi ha risposto: ‘mi ha fatto perdere le bambine”.

Lei non viveva più con lui

Ai carabinieri il testimone ha poi riferito che la cognata “da lunedì scorso non viveva più in casa” col fratello. Non è ancora chiaro però il movente, due le ipotesi: la gelosia o la lite per le figlie, degenerata nel sangue. “Cercheremo di capire quale sia stata la matrice che ha avuto come epilogo la tragedia”, dice l’avvocato Margherita Barraco, difensore di Favara, arrestato con l’accusa di omicidio. Durante l’interrogatorio con il pm Stefania Tredici, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Proveremo a capire se può essere escluso il reato a sfondo passionale o se tutto sia scaturito dalla triste vicenda legata ai figli tolti alla coppia”. Al Tribunale di Marsala l’udienza di convalida dell’arresto, l‘interrogatorio avverrà davanti al gip Sara Quittino. Favara al momento si trova rinchiuso nel carcere di Trapani.