Da quanto emerge dall’ultimo salvataggio in mare tra l’Italia e la Libia avvenuto lo scorso fine settimana, sarebbero circa 20 le persone disperse, presumibilmente morte, tra uomini, donne e bambini e 500 i sopravvissuti. Le informazioni raccolte dall’Unhcr in Italia indicano che i sopravvissuti, che viaggiavano su quattro imbarcazioni, sono stati salvati domenica nel Mediterraneo Centrale dalla ong SeaEye e dalla nave mercantile Ohio.
E’ stato riferito che dei 20 dispersi, alcuni sono rimasti schiacciati a causa del sovraffollamento dell’imbarcazione sulla quale viaggiavano, mentre altri sono affogati in mare. Tra le vittime ci sarebbero un bambino, una donna e alcuni uomini, per la maggior parte provenienti da Nigeria, Costa d’Avorio e Bangladesh.
Sette corpi sono stati recuperati e trasportati a Trapani insieme ai sopravvissuti. Con questa ultima tragedia,
l’Unhcr stima che ad oggi più di 1.350 persone siano morte o disperse nel Mar Mediterraneo. Solo nelle ultime settimane, oltre 95 persone hanno perso la vita lungo questa rotta.
L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati ribadisce la necessità di valide alternative a queste pericolose traversate per tutte le persone che hanno bisogno di protezione internazionale, incluse vie sicure per raggiungere
l’Europa come il ricongiungimento familiare, il reinsediamento e
le sponsorizzazioni private.
Salvare vite umane, sottolinea l’Unhcr, deve essere la priorità assoluta. “Le continue e terribili notizie sugli abusi
dei trafficanti rendono necessario l’intervento prima che le persone finiscano nelle loro mani e siano pertanto esposte a violenze orribili ed abusi, e prima che intraprendano pericolose traversate del Mediterraneo. Ciò, significa anche raddoppiare gli sforzi per risolvere i conflitti, soprattutto in Africa, e utilizzare al meglio le risorse per lo sviluppo” conclude l’Agenzia.
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