Primo round favorevole al Comune di Salemi (Trapani) nella vicenda riguardante la presa in carico della rete Eas. La prima sezione del Tar ha infatti accolto la richiesta di sospendere l’efficacia dei provvedimenti adottati dall’assessorato regionale all’Energia e dal commissario ad acta designato dall’amministrazione regionale, Francesco Riela, che imponevano al Comune la presa in carico della rete acquedotti in vista della definitiva liquidazione dell’ente regionale. I giudici amministrativi, pur avendo fissato la trattazione di merito per il novembre 2019, hanno comunque riconosciuto “significativi elementi di fondatezza” nel ricorso presentato dal Comune di Salemi, guidato dal sindaco Domenico Venuti.
Diversi i rilievi formulati dal Tar: la legge di stabilità regionale del 2017 che impone la consegna degli impianti ai Comuni, ad esempio, “non tiene conto del parere contrario espresso dagli organi di consulenza tecnico-finanziaria del Comune i quali hanno evidenziato – scrivono i giudici – l’essenza di una adeguata attività di concertazione tale da salvaguardare l’attuale situazione finanziaria e organizzativa dei comuni interessati”. Il Tribunale sottolinea che l’attuale copertura finanziaria basata sulla tariffa locale transitoria “non appare esaustiva”: l’assenza di una regolamentazione regionale del settore, inoltre, non assicura l’autonomia finanziaria del Comune e neanche l’efficiente erogazione del servizio idrico. I giudici, che hanno anche ribadito il principio di autonomia finanziaria dei Comuni secondo cui ad ogni trasferimento di funzioni “deve corrispondere un adeguato trasferimento di risorse economiche per farvi fronte”, rilevano inoltre che nei provvedimenti impugnati “non è prevista” una predeterminazione della durata del nuovo assetto del servizio idrico e che non risulta alcun piano di interventi.
Dai provvedimenti impugnati, quindi, secondo il Tribunale amministrativo regionale, “può derivare un pregiudizio grave e irreparabile” agli interessi del Comune e della cittadinanza salemitana: “Il trasferimento di competenze in assenza di adeguato e ponderato trasferimento di risorse umane, tecniche e finanziarie – si legge nel dispositivo – determina l’elevata probabilità di una impossibilità di erogazione efficiente del servizio”. Secondo i calcoli degli uffici comunali, infatti, la presa in carico delle reti con le attuali condizioni causerebbe ai cittadini salemitani un aumento del 300% delle tariffe sull’acqua e senza alcun miglioramento del servizio.
Soddisfatto Venuti: “Nessun capriccio – precisa il sindaco di Salemi – ma negli ultimi anni abbiamo lavorato con costanza al risanamento del bilancio comunale e adesso non possiamo subire la presa in carico della rete acquedotti senza prima avere certezza sugli strumenti economici e legislativi che possano garantire la sostenibilità economica dell’operazione e la salvaguardia delle casse comunali. In questo modo – prosegue Venuti – verrebbero sottoposti a rischio il bilancio e gli sforzi dei contribuenti salemitani. Noi vogliamo difendere il nostro percorso di risanamento economico e non gravare sui cittadini”.
Da Venuti, infine, anche una risposta “a chi, tra le file dell’opposizione, continua a soffiare sul fuoco delle polemiche utilizzando anche la vicenda Eas per attaccare strumentalmente l’amministrazione comunale: a queste persone – aggiunge il sindaco di Salemi – rispondo che la nostra squadra di governo non ha mai sottovalutato il problema ma che nello svolgimento delle sue funzioni ha un principio cardine al quale non è disposta a rinunciare: la salvaguardia degli interessi dei salemitani che non possono subire le ricadute di scelte sbagliate fatte da altri organismi decisionali”. In precedenza l’amministrazione comunale di Salemi aveva accolto favorevolmente la decisione del consiglio comunale di bocciare la delibera di presa in carico della rete acquedotti.
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