E’ stato rintracciato dopo tre giorni e arrestato l’uomo di 40 anni che a Trapani ha colpito con una chiave a croce l’ex compagna. L’uomo, sottoposto dallo scorso maggio al divieto di avvicinamento alla ex compagna con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, pochi giorni fa aveva violato la misura cautelare avvicinandosi alla donna, incontrata per strada, e colpendola ripetutamente, anche in testa, con una chiave a croce che custodiva in macchina.
La vittima, immediatamente soccorsa, è stata trasportata al pronto soccorso per le cure del caso, mentre sono scattate le ricerche del 40enne. L’uomo è stato rintracciato dagli agenti sul tetto della sua abitazione nel centro storico di Trapani, da dove, data la conformazione degli edifici, riusciva di fatto a eludere i controlli delle forze dell’ordine.
Minaccia di morte l’ex compagna, braccialetto elettronico per 59enne
Atti persecutori. Questa l’accusa per un 59enne catanese che dopo l’attività investigativa svolta dai carabinieri della stazione di Ognina, ha avuto notificato il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, una donna di 41 anni, con l’ulteriore applicazione del braccialetto elettronico con la prescrizione di mantenere una distanza non inferiore a 500 metri sia dai luoghi che dalla vittima.
La donna, dopo una lunga relazione sentimentale con l’indagato, durata oltre 18 anni, durante la quale è avvenuta la nascita delle figlie, nel mese di aprile 2024 aveva deciso di chiudere il rapporto di convivenza.
Questa decisione, però, non sarebbe stata accettata dall’indagato il quale, invece, avrebbe iniziato a minacciare la 41enne, conoscendone ogni abitudine, dai luoghi dalla stessa frequentati a tutte le sue amicizie.
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, hanno approfondito ripetute ed invasive condotte vessatorie, poste in essere dall’uomo, dirette a minare la serenità della vittima, una 41enne catanese.
In più occasioni l’uomo avrebbe minacciato la donna attraverso messaggi: “tanto ormai la mia vita è finita, se non sei mia non sarai di nessuno. Se non sei mia è meglio che muori. Io sono malato e prima che me ne vado mi porterò qualcuno con me “ e tormentata con numerose telefonate, sms e messaggi di posta elettronica, anche in ore notturne dal medesimo tenore. Inoltre l’avrebbe molestata appostandosi ripetute volte davanti al luogo di lavoro della stessa, al fine di convincerla a riallacciare la relazione sentimentale con lui, fino a pedinarla mentre rientrava a casa con un collega, tempestandolo di minacce.
Violenze anche in presenza dei figli minorenni
Le violenze poi sarebbero accadute anche in presenza dei figli minori e sulla pubblica via. La donna sarebbe stata ingiuriata e strattonata per i capelli.
Ed ancora, avrebbe inviato messaggi tramite il telefono della figlia minorenne, minacciando l’ex compagna dicendole che l’avrebbe aspettata sotto casa e che le avrebbe “buttato la macchina addosso e avrebbe fatto cose da pazzi”. In un’occasione, in una escalation di violenza, avrebbe percosso anche una delle figlie minorenni con calci e pugni intervenuta per difendere la madre.
Le minacce telefoniche e le continue telefonate unite agli episodi di violenza fisica, avrebbero ingenerato un continuo stato di ansia e di paura nella vittima che, unito ad un fondato timore per la sua incolumità, avrebbe costretto la donna a cambiate le proprie abitudini di vita, come ad esempio a limitare le uscite di casa da sola, poiché temeva ulteriori raid da parte dell’uomo.
Eseguito provvedimento da parte dei carabinieri
I comportamenti dell’indagato comunicati dai militari dell’Arma alla procura della Repubblica, ha portato il Pm a chiedere l’emissione di un adeguato provvedimento cautelare al Giudice per le Indagini preliminari il quale ha deciso di adottare la misura cautelare ritenuta, al momento, più idonea, del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, eseguita infine dai carabinieri della stazione di Catania “Ognina”.
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