Mentre negli Usa gli intellettuali si fasciano la testa e fanno harakiri (l’articolo pubblicato ieri dal New York Times è un pezzo che finirà nei corsi di studio di Scienze delle Comunicazione) spiegando di non avere capito ‘il cuore del Paese’, dalle nostre parti il presidente della Regione, Rosario Crocetta, parla del nuovo inquilino della Casa Bianca.

Avevo previsto la vittoria di Trump – ha detto il governatore siciliano quasi a volere bacchettare certi ambienti italiani che tifavano per Hillary Clinton –  innanzitutto perché la politica estera americana nell’ultimo decennio ha fatto errori madornali, basti pensare alla situazione che abbiamo nel Medio Oriente, errori fatali”.

Da Messina, a margine di una riunione sul futuro dell’autorità portuale, Crocetta argomenta sulla difficile situazione in Siria e Libia ricordando di avere votato contro l’intervento militare contro Gheddafi quando sedeva al parlamento europeo: “Avere eliminato un dittatore senza preoccuparsi del dopo è stato un errore madornale”.

Secondo Crocetta Trump dicendo che la lotta all’Isis è la priorità “ha interpretato un sentimento del popolo americano che vuole sicurezza ed ha risvegliato l’orgoglio nazionale. Spero che non si avventuri nella costruzione dei muri e nella violazione delle liberta’ civili e mi aspetto che la politica in Medio Oriente cambi”.

Il governatore ha anche annunciato che inviterà il neo presidente statunitense in Sicilia, anche se un impegno a queste latitudini Trump lo ha già in scaletta visto che dovrà presenziare al G7 in programma a Taormina.

Fra le istanze che Crocetta intenderebbe avanzare a ‘The Donald” c’è la questione delle basi: “Abbiamo dato agli americani più di quanto da loro abbiamo ricevuto. E’ un fatto che alla politica delle basi militari non abbiano corrisposto investimenti. Quindi se vuole rivedere la politica internazionale, cominci dalla Sicilia che si aspetta qualcosa in più”.

Il governatore tornando a parlare di questioni elettorali, ma in questo caso siciliane, ha confermato la propria volontà di volersi ricandidare alla presidenza della Regione: “Qualcuno mi dovrebbe spiegare come nelle condizioni in cui io ho trovato la Regione si poteva fare di meglio. Se me lo dimostrerà sarò disponibile a rivedere la mia candidatura”.

Infine, a tifare per il magnate statunitense anche il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini che oggi a Radio Kiss Kiss rivela: “Se fossi stato americano avrei votato per Trump, per attuare un cambiamento. Spero che mandi al diavolo Wall Street e le lobby”.

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