Nell’ambito della manifestazione “Notti di Sicilia” si terrà sabato 12 agosto 2017 alle ore 21,30 l’iniziativa “La città di Ruggero: visita guidata al centro storico di Cefalù”. L’appuntamento è davanti la Chiesa Maria SS. della Catena a Piazza Garibaldi a Cefalù. L’iniziativa è organizzata da BCsicilia – Per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, in collaborazione con ATC a Guardie Sikane. La visita sarà guidata da Mara Vazzana.

Nel IV secolo a.C. i Greci diedero al centro indigeno il nome di Kefaloidion, dal greco kefa o kefalé, ovvero «testa, capo», riferito probabilmente al suo promontorio. Nel 307 a.C. venne conquistata dai Siracusani e nel 254 a.C. dai Romani, che le diedero in latino il nome di Cephaloedium.

La città ebbe una struttura urbanistica regolare, formata da strade secondarie confluenti sul principale asse viario e chiusa ad anello da una strada che segue il perimetro della cinta muraria. Tracce del sistema viario ellenistico-romano sono disseminate un po’ dappertutto per la città, che vedrà successivamente l’arrivo di Vandali e Goti, dell’Impero d’Oriente, poi degli Arabi e quindi dei Normanni.

Nel periodo del dominio bizantino l’abitato si trasferì dalla pianura sulla rocca, ma la vecchia città non venne tuttavia del tutto abbandonata. Nell’858, dopo un lungo assedio, venne occupata dagli Arabi, che le diedero il nome di Gafludi, e fece parte dell’emirato di Palermo.

Nel 1063 fu conquistata dai Normanni di Ruggero I e, nel 1131, grazie a Ruggero II, fu rioccupato l’antico abitato sulla costa, rispettando la struttura urbana preesistente: a questo periodo risalgono parecchi dei monumenti cittadini quali la chiesa di San Giorgio e il Palazzo Maria. Precisamente al 1131 è datata in particolare la basilica cattedrale, dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Il centro storico di Cefalù ha un impianto medievale caratterizzato da strade strette, pavimentate con i ciottoli della spiaggia e il calcare della Rocca di Cefalù e presenta un asse principale, Corso Ruggero, attorno al quale si sviluppa un intricato insieme di strade e vicoli. Proprio di questo periodo rimangono altre testimonianze, come il lavatoio ricavato direttamente dalla roccia, presso il tardo-rinascimentale palazzo Martino, con una scalinata in pietra lavica e lumachella che conduce ad una serie di vasche che si colmano con le acque che scorrono da ventidue bocche di ghisa. Da rilevare inoltre il bel palazzo medievale Osterio Magno, già palazzo reale di Ruggero e successivamente divenuto residenza della famiglia Ventimiglia.

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