GEAPRESS – Terzo Pit bull abbandonato in pochi giorni innanzi al rifugio ADA di Palermo. Il quarto se si considera un cucciolone di nove mesi trovato in strada.

Il cane è apparso in buona salute sebbene molto nervoso a causa della permanenza sotto la pioggia. Disperato, ha iniziato a prendere a morsi la catena arrivando a sanguinare dalla bocca. Per questo è stato richiesto l’intervento del canile municipale che ha provveduto al trasferimento presso la struttura di via Tiro a Segno.

Per poterlo accogliere, però, si è dovuto liberare un box costringendo i volontari  a rivolgersi, a proprie spese, ad una pensione. Il cane che ha lasciato il suo spazio per il Pit bull aggressivo doveva, infatti, essere ricollocato.

Nonostante le adozioni messe in atto dai volontari (sei cani hanno recentemente trovato padrone fuori Palermo) rimane sempre il problema degli animali che devono essere sistemati in box singoli. E’ proprio il caso dei Pit bull, per i quali risulta molto difficile poterli sistemare in una gabbia collettiva; in tale maniera lo spazio si satura velocemente. Alcuni trovatelli, in attesa di sistemazione e quando il tempo lo consente, vengono addirittura legati agli alberi.

I volontari tornano ancora una volta a sottolineare come quella dei Pit bull rappresenti una vera e propria emergenza. I cani vengono abbandonati direttamente in strada ma il problema viene affrontato con le metodologie adottate per un comune randagio. Richiederebbero, invece, una riabilitazione che di fatto non avviene. Una situazione che tende ad aggravarsi sempre di più con il risultato che le stesse strutture di accoglienza si saturano velocemente.

Intanto l’appello è rivolto alla città. I Pit bull adottabili ci sono, ovviamente dopo particolari controlli, così come i tanti randagini che a volte, per mancanza di disponibilità in città, trovano padrone in altre regioni d’Italia.

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