Gli agenti di polizia hanno portato a termine una vasta operazione, su scala nazionale, contro lo smaltimento illecito di rifiuti. Sono stati compiuti i controlli in 33 province italiane, tra cui quella siracusana, dove sono state sequestrate 7 aree, trasformate in discariche abusive. Il blitz è scattato a Siracusa, Priolo Gargallo, Augusta, Avola e Pachino e nel complesso sono state sottoposte a verifica 14 siti, tra cui di proprietà pubblica.

Discariche a cielo aperto

In particolare, in alcune di queste aree è stata accertata la presenza di vere e proprie discariche a cielo aperto, con ingenti quantità di rifiuti di varia natura, tra cui rifiuti solidi urbani, materiale di risulta, carcasse di auto, coperture di eternit e pneumatici. Nel corso delle indagini sono state identificate 19 persone, di cui 11 denunciate in stato di libertà per il reato di abbandono di rifiuti e gestione di rifiuti non autorizzati.

Nella provincia di Siracusa, la Squadra Mobile ha lavorato “con tutti i Commissariati di Pubblica Sicurezza e con il supporto del N.I.C.T.A.S della Sezione di Polizia Giudiziaria della locale Procura della Repubblica e l’ausilio della Sezione Polizia Ambientale della Polizia Locale aretusea” spiegano dalla Questura di Siracusa.

L’attività su scala nazionale

I controlli, in ambito nazionale, sono durati 3 giorni ed hanno riguardato oltre 168 aree sospettate di essere adibite all’illecito stoccaggio e conservazione dei rifiuti, 40 delle quali sono state sottoposte a sequestro. Più di 1763 i soggetti identificati, 103 persone sono state denunciate in stato di libertà per reati connessi all’illecita gestione dei rifiuti, 2 persone arrestate in flagranza di reato ed oltre 85 violazioni amministrative rilevate per un importo superiore ai 200 mila euro.  In alcune province, vista la specificità operativa in cui si è operato, sono state coinvolte anche le strutture periferiche del Corpo nazionale della Capitaneria di Porto.

“L’attività rientra – fanno sapere dalla Questura di Siracusa – nella costante azione di prevenzione e monitoraggio condotta dalla Polizia di Stato, in un settore che da decenni rappresenta una fonte di ingente illecito profitto anche per le organizzazioni criminali, al fine di porre un freno all’espansione dei cosiddetti crimini ambientali che danneggiano il territorio e mettono costantemente a rischio la salute dei cittadini”