In un tempo che premia l’apparenza e confonde l’essere col mostrarsi, Antonio Presti sceglie la via opposta: quella dell’invisibile. Con il Rito della Luce, che torna il 21 e 22 giugno tra le colline di Motta d’Affermo, il fondatore della Fiumara d’Arte ci invita a un’esperienza interiore, un passaggio fisico e simbolico verso la conoscenza e la rinascita.

Il tema del 2025, “L’incanto dell’invisibile“, riflette una visione profonda: “L’invisibile è quella parte spirituale della nostra società che con l’avanzare dell’egocentrismo si è persa. Viviamo in una realtà che ha sostituito l’anima con la vanità. Dobbiamo tornare a sottomettere l’apparire l’apparire al valore dell’essere” dice Presti a BlogSicilia durante una chiacchierata sull’iniziativa. Un messaggio urgente, rivolto a una società che rischia di perdere il cuore e l’umanità in nome del virtuale.

Dal buio alla luce: un rito di conoscenza

Fulcro dell’evento è la suggestiva traversata della Piramide 38° Parallelo: un tunnel completamente buio che si apre, lentamente, a un sottile raggio di luce. Un rito fisico e spirituale, che Presti ci descrive come “un’iniziazione alla bellezza e alla conoscenza. Entrare nel buio e trovare la luce è il percorso simbolico dalla cecità dell’ignoranza alla forza del sapere. Il cuore e la conoscenza sono i due poteri più grandi dell’essere umano”. Alla luce, dunque, si arriva camminando, ascoltando il silenzio e tornando a sentire. Un invito a recuperare la propria interiorità, a contatto con la natura e con la bellezza.

Arte e territorio: la bellezza restituita ai margini

L’impegno di Antonio Presti non si esaurisce nell’evento, ma si traduce da decenni in un’azione concreta sul territorio. Ha scelto luoghi marginali e dimenticati per restituire loro centralità attraverso l’arte: “L’arte ridà dignità ai luoghi. Ho iniziato con la Fiumara d’Arte e poi con l’Atelier sul Mare: ogni stanza è diventata opera. Lo stesso è accaduto a Librino, dove una periferia si è trasformata in museo a cielo aperto”. Una scelta culturale che è anche politica: “Perché l’arte può cambiare la percezione di un luogo, e quindi il suo futuro”.

Due giorni tra visione e poesia

Cavallo eretico e Finestra sul Mare

Sabato 21 e domenica 22 giugno, il programma si snoda tra Villa Margi (Reitano), dove verranno presentate nuove opere dell’Atelier sul Mare, e la Piramide di Motta d’Affermo. Tra le opere in mostra: Finestra sul Mare di Tano Festa, Cavallo Eretico di Antonello Bonanno Conti, Gli Scudi Ribelli di Pablo Sucato e Giacomo Noyà, oltre alle celebri Suite d’Autore. Le visite saranno guidate dallo stesso Presti.

Ammonite – Gli scudi ribelli

Nel pomeriggio, l’esperienza si sposterà alla Piramide, dove si svolgerà il Rito della Luce tra performance, letture poetiche e musica. La direzione artistica è affidata a Lucina Lanzara, mentre le letture saranno curate da Pietro Russo e da una rosa di poeti.

L’arte come testimonianza

Presti non si limita a proporre arte, ma lancia visioni. E parla di eresia come valore: “Essere eretici oggi significa scegliere la differenza, la coerenza, anche quando questo ti rende incomprensibile o solo. Ma è nella differenza che si trova l’unicità dell’essere umano.” Un messaggio potente rivolto soprattutto ai giovani: “Oggi i ragazzi sono più fragili nella visione del futuro. Ma è proprio a loro che voglio lasciare un messaggio. Potrei vivere di rendita, ma scelgo di restare in azione, per la mia terra, per lasciare bellezza, per generare visione.”

Un futuro da costruire

Tra i progetti più ambizioni in corso, la nascita della Triennale della Contemporaneità: un laboratorio culturale e creativo che vedrà protagonisti giovani artisti, accademie e scuole. “Ogni tre anni vogliamo rinnovare la Fiumara d’Arte con opere che nascono dal dialogo tra generazioni. Una triennale delle arti, ma soprattutto una triennale dei giovani.”

Il valore di ciò che si farà

Alla domanda: “Quale frase lascerebbe incisa nella pietra per chi verrà dopo?” Presti risponde: “Il valore di un uomo non è in ciò che ha fatto, ma in ciò che farà. Ciò che si è fatto non è futuro. Ciò che si farà, si.” Un futuro che, grazie alla sua visione, continua a brillare di luce invisibile.