Niente accordo al tavolo ministeriale per i dipendenti ex Almaviva Contact. A tre giorni dalla scadenza dell’ultima Cassa Integrazione si è conclusa con un mancato esito negativo la procedura Almaviva Contact al tavolo ministeriale di ieri sera.
L’offerta dell’Azienda
L’ulteriore disponibilità dell’azienda, in caso di esito positivo della procedura che si chiudeva con l’incontro di oggi, a destinare ai lavoratori, attraverso lo strumento dell’incentivo all’esodo, l’ammontare di circa quattro milioni di euro per accompagnare l’indennità Naspi non è stata accolta dalle Organizzazioni Sindacali.
Un ammortizzatore lungo due anni
L’ultima proposta prevedeva una forma di ammortizzatore sociale fino al 30 novembre e a seguire il ricorso al piano Almaviva. Secondo i calcoli di Almaviva “La proposta avrebbe consentito all’intera platea dei lavoratori di ricevere per i prossimi due anni un trattamento economico superiore a quello attualmente percepito, assicurando continuità e stabilità del reddito per un ampio arco temporale utile a realizzare le iniziative di ricollocamento preannunciate dalle istituzioni competenti”.
Questo a fronte di un piano regionale che dovrebbe permettere il reimpiego di una quota consistente di questi lavoratori nel centralino sanitario 116117 che dovrebbe vedere la luce alla fine dell’anno e rispondere alle richieste non in emergenza urgenza.
Il no dei sindacati
“Il diniego sindacale – racconta l’Azienda – è giunto dopo ore di trattativa, nonostante il termine della cassa integrazione per cessazione sia previsto per il 31 luglio e nonostante l’Accordo del 7 gennaio 2025 sottoscritto in sede ministeriale avesse sancito il comune impegno a non richiedere ulteriori proroghe per un ammortizzatore conservativo già ampiamente prorogato ed in deroga (dopodomani scade la settima cassa integrazione fra ordinaria e straordinaria).
Le dichiarazioni dell’azienda
“Almaviva Contact ha sempre perseguito la strada della responsabilità e della collaborazione istituzionale, contribuendo sia pur in condizioni critiche a garantire una gestione dei lavoratori in chiave di sostenibilità sociale, di fronte alla chiusura sindacale non può che prendere atto della conclusione della procedura con esito negativo”.
L’ira del Presidente della Regione
Furibondo il Presidente della regione che si era impegnato personalmente con il Ministero ottenendo, a gennaio, l’accordo che ha permesso di arrivare fino a qua “I sindacati, ancora una volta, hanno preferito chiudere ogni possibilità di confronto, respingendo una proposta concreta che avrebbe garantito la proroga degli ammortizzatori sociali fino al 30 novembre e assicurato, a una parte dei lavoratori di Almaviva Contact, un reddito stabile e dignitoso attraverso il progetto promosso dalla Regione Siciliana” dice Schifani senza mezzi termini.
Il piano 116117
“Il governo regionale, grazie all’impegno dell’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo, che ringrazio, ha elaborato in sinergia con l’assessorato alla Salute un piano approvato dal ministero competente, finalizzato all’attivazione del numero unico 116117. Un progetto serio, capace di offrire nuova occupazione a Palermo e Catania. La Regione è presente e continuerà a esserlo, ma chi rifiuta ogni forma di mediazione si assume la responsabilità di lasciare i lavoratori senza prospettive”.
L’attacco 5 stelle
“Spero che le parole di Schifani pubblicate dopo il tavolo ministeriale su Almaviva siano un altro errore dell’intelligenza artificiale. L’impegno della Regione non è mai stato vincolato all’esito positivo della procedura di licenziamento che evidentemente i sindacati non possono accettare. Fino a ieri il governo regionale ci rassicurava sul fatto che anche senza proroga CIGS entro l’anno ci sarebbe stata soluzione occupazionale per tutti. Si riprenda subito a lavorare su ciò che é stato promesso: l’attivazione del numero di pubblica utilità 116117 (il cui iter amministrativo sembra essere a buon punto) e il progetto di digitalizzazione degli archivi regionali, per il quale ci si trova in una fase embrionale e, soprattutto, mancano le risorse” afferma il giorno dopo il deputato M5S all’Ars Adriano Varrica.
“A maggior ragione, visto quanto successo ieri – continua Varrica – spero di dare ulteriore slancio a questo percorso con l’emendamento che già da giorni ho depositato per la variazione di bilancio in corso di discussione in Assemblea Regionale. L’emendamento stanzierebbe le somme per un triennio per la digitalizzazione degli archivi ed è funzionale a dare forma in parlamento alle volontà rappresentate fino a ieri dal governo regionale. Il governo Schifani e la maggioranza lo facciano proprio, lo riscrivano, anche aggiungendo l’istituzione del bacino e il collegamento dello stesso col progetto 116117. Si dia subito consistenza legislativa a quanto promesso finora”.
“Non si pensi di scaricare su altri – conclude Varrica – i disastri fatti in questi anni a livello istituzionale, dalla mancata strutturazione del servizio 1500 (nonostante una legge lo prevedesse), all’emendamento fuffa sulle assunzioni nella Pubblica Amministrazione, all’inerzia totale fino alla fine del 2024”.






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