L’ospedale Umberto I di Siracusa accoglierà neonati e minori provenienti dalla Striscia di Gaza.

I colloqui con l’Asp

L’annuncio è del sindaco di Siracusa, Francesco Italia, che, nei giorni scorsi, ha avuto il via libera dal direttore generale dell’Asp di Siracusa, Alessandro Caltagirone a cui ha prospettato la possibilità di curare le vittime fragili dei massacri a Gaza nell’ospedale della città siciliana.

Il sindaco, “dare possibilità di cure”

“Siracusa darà la disponibilità a contribuire, insieme ad altre realtà italiane, a dare una possibilità – dice il sindaco di Siracusa, Francesco Italia – di cura e di vita a chi sta vivendo una delle peggiori emergenze umanitarie del nostro tempo. La nostra città ha sempre dimostrato di saper unire competenza, solidarietà e accoglienza. Questa volta lo faremo con la forza dei nostri medici, infermieri e operatori sanitari, e con il calore di una comunità che non si tira mai indietro quando c’è da proteggere la vita”.

Missioni umanitarie rallentate da Israele

L’Onu ha segnalato ritardi e ostacoli significativi nel coordinamento delle missioni umanitarie a Gaza, avvertendo che le autorizzazioni di sicurezza israeliane stanno facendo perdere “tempo prezioso” fondamentale per la consegna degli aiuti.

Tajani, “inaccettabile quello che accade a Gaza”

“Quel che accade a Gaza è inaccettabile. L’opposizione parla, noi facciamo i fatti. Insieme a Turchia, Emirati e Qatar siamo il Paese che ha accolto il maggior numero di malati da Gaza per assicurare loro le cure e non è facile, sono operazioni politiche. Nelle ultime ore abbiamo inviato altre 350 tonnellate di farina e ancora 100 ne invieremo nei prossimi giorni con l’Onu”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Esteri e vicepremier, Antonio Tajani in un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera.

Egitto al lavoro per una tregua

Frattanto, l’Egitto ha annunciato di lavorare con il Qatar e gli Stati Uniti per ottenere un cessate il fuoco di 60 giorni nella Striscia di Gaza dove l’esercito israeliano si prepara a prendere il controllo della città più grande del territorio palestinese.