Giorgio Camarda
Curioso e appassionato di cultura in tutte le sue forme. Mi nutro di libri, scrivo di profumi di nicchia, sostengo la comunità LGBTQIA+
L’estate ormai alle spalle, le giornate si accorciano e il primo fresco mi suggerisce di cambiare pelle. Non solo nel guardaroba, ma anche nell’anima.
L’autunno è la stagione in cui cerco profumi che mi abbracciano, che sussurrano piuttosto che gridare. E il profumo che ha inaugurato questa stagione per me è stato: Bataniye, della casa turca Pekji.
Un patchouli coperto di lana
Bataniye, in turco, significa coperta. Ma non una coperta qualsiasi. Qui parliamo di cashmere grezzo, filato spesso, colori neutri, odore di tessuto naturale, con quella ruvidità che sa di cose vere, usate, amate. Appena lo indosso, mi sento rientrare in casa, dopo una lunga camminata in un pomeriggio ventoso di ottobre. C’è il patchouli, sì. Ma non è il solito patchouli terroso o muschiato. Qui è avvolto, attutito, come se fosse mescolato alla lana. Una sensazione che è più tattile che olfattiva. È come toccare il profumo, non solo annusarlo.
Ci sono sfumature asciutte, quasi polverose, ma mai tristi. È un profumo che non cerca di piacere a tutti, ma si rivolge a chi cerca qualcosa di autentico, come una coperta fatta a mano, stesa su una poltrona antica.
Autunnale, unisex, intimo
Bataniye è perfetto per l’inizio dell’autunno. Quel momento in cui non è ancora inverno, ma inizia il desiderio di restare, di rientrare, di ricominciare a leggere sul divano. È unisex, ma direi che è soprattutto universale, perché parla un linguaggio fatto di comfort e introspezione. Non ha alzate di voce, ma una presenza morbida, persistente, accogliente. Una fragranza da finestra socchiusa, da tazza calda, da libri lasciati a metà.
Il romanzo: “September” di Rosamunde Pilcher
Il profumo mi ha portato dritto a un libro che è il suo gemello narrativo: “September” di Rosamunde Pilcher. Un romanzo che si legge con il ritmo lento delle stagioni, che racconta una Scozia familiare e profonda, fatta di radici, ritorni, sentimenti che resistono al tempo. Non è un libro da intellettuali snob, ma da lettori autentici, come Bataniye non è per nasi snob ma per chi ascolta la pelle. In “September”, la protagonista ritorna nei luoghi della sua infanzia e li trova cambiati. C’è la malinconia delle cose passate, ma anche la consolazione di quelle che restano.mProprio come Bataniye: è un ritorno a qualcosa di semplice, ma profondamente emotivo. È un profumo da casa di campagna, da domeniche lente, da rientri, da tappeti caldi sotto i piedi scalzi.
Bataniye non si indossa per stupire, ma per stare.
E Pilcher non si legge per evadere, ma per riconoscersi.
In sintesi – Bataniye
Nome: Bataniye – Pekji (Turchia)
Famiglia: legnosa, lanosa, aromatica
Carattere: avvolgente, sensoriale, intimo
Note percepite: patchouli caldo, note tessili, accenti terrosi e ovattati
Durata: buona (6–8 ore), presenza soft
Versatilità: ideale per metà settembre → novembre
Mood: “Un profumo come un maglione che sa di memoria”.
Con Gris Charnel ho raccontato il desiderio.
Con Sancti, la ricerca dell’equilibrio.
E ora, con Bataniye, celebro il ritorno alla quiete, l’accettazione del tempo che passa, la bellezza della semplicità avvolgente.
In ogni stagione, un libro. In ogni libro, una pelle da profumare.
Il viaggio tra fragranze e storie continua.
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