Il caso che fa discutere: un tabaccaio multato per aver rifiutato il pagamento elettronico di un pacchetto di sigarette vince la causa davanti al giudice di pace.
Può un tabaccaio rifiutare il pagamento con carta per l’acquisto di un pacchetto di sigarette? Secondo il giudice di pace di Genova, sì. E la sentenza che annulla la multa a un esercente ligure apre ora un acceso dibattito tra giurisprudenza, libertà d’impresa e diritti del consumatore.
Una multa per 5 euro e 50: il caso che arriva in tribunale
Tutto è iniziato a ottobre 2023, quando una cliente ha tentato di acquistare un pacchetto di sigarette da 5 euro e 50 centesimi in una tabaccheria di Genova, chiedendo di pagare con il bancomat. Il titolare, Lorenzo Cavana, ha rifiutato la transazione elettronica, facendo valere la possibilità di accettare solo contanti. La cliente ha deciso di non lasciar correre e ha chiamato la Guardia di Finanza, che è intervenuta sul posto elevando una multa di 35 euro e 50 centesimi al commerciante per il rifiuto del pagamento elettronico. Un provvedimento che, fino a oggi, sembrava scontato alla luce della normativa vigente sull’obbligo di POS per gli esercenti. Ma Cavana ha deciso di impugnare la sanzione, rivolgendosi ai legali Alessandro Gazzolo e Michele Bonacchi. E ha vinto.
“Un duplice monopolio”: le motivazioni della sentenza
Nella motivazione della sentenza, il giudice di pace ha sottolineato un concetto chiave: l’obbligo di accettare pagamenti elettronici per la vendita di beni sottoposti a Monopolio di Stato, come le sigarette, si tradurrebbe in un vincolo eccessivo per l’attività commerciale.
In particolare, secondo il giudice, il tabaccaio si troverebbe “stretto da un duplice monopolio”:
- Monopolio sui ricavi, poiché i prezzi dei prodotti del Monopolio di Stato sono imposti per legge e quindi non modificabili dall’esercente;
- Monopolio sulle spese, per via delle commissioni bancarie applicate dai circuiti di pagamento elettronico, che l’esercente non può evitare né negoziare.
L’aggio eroso dalle commissioni: quando il POS diventa una spesa insostenibile
Il giudice ha messo in evidenza un punto che molti commercianti lamentano da anni: l’impossibilità di trasferire il costo della transazione elettronica sull’acquirente, una condizione che diventa difficilmente sostenibile soprattutto per i beni a prezzo fisso come le sigarette. “L’aggio percepito dal rivenditore verrebbe parzialmente eroso dalle commissioni bancarie connesse all’utilizzo delle forme di pagamento elettronico”, scrive il giudice. In pratica, il tabaccaio incasserebbe meno rispetto al previsto, senza poter aumentare il prezzo per compensare i costi. Un danno diretto per l’esercente, che rischia di compromettere la sostenibilità dell’attività.
Una questione di libertà d’impresa
La sentenza fa anche riferimento all’articolo 41 della Costituzione, che tutela la libertà di iniziativa economica privata. Secondo il giudice, rendere obbligatorio il POS in questi casi limiterebbe questa libertà, rendendo “impossibile l’attività di impresa”. Una valutazione forte, che potrebbe fare giurisprudenza in casi simili e che invita a ripensare l’applicazione dell’obbligo del POS in contesti specifici, come quelli legati ai beni sotto Monopolio.
Non una battaglia contro i pagamenti elettronici
La decisione del giudice non mette in discussione l’importanza e la diffusione dei pagamenti elettronici, ma ne limita l’obbligatorietà in un contesto molto specifico, quello della rivendita di sigarette.
Per i tabaccai, il margine di guadagno è già estremamente ridotto, e ogni commissione può incidere in modo significativo sulla redditività. Questo elemento, secondo il giudice, non può essere ignorato.
Una sentenza destinata a fare discutere
La sentenza del giudice di Genova non ha effetto vincolante a livello nazionale, ma rappresenta un precedente che potrebbe influenzare future controversie simili. È possibile che altri esercenti, trovandosi in situazioni analoghe, decidano di seguire l’esempio di Lorenzo Cavana e fare ricorso.
Non è escluso anche che associazioni di categoria come la Federazione Italiana Tabaccai (FIT) possano intervenire sulla vicenda. Da anni, infatti, i tabaccai chiedono una revisione delle commissioni sui micropagamenti, o esenzioni per i prodotti a prezzo fisso.
FAQ
- Il POS è obbligatorio per i tabaccai? Sì, secondo la normativa attuale. Tuttavia, questa sentenza apre una discussione sull’obbligo in casi particolari.
- La sentenza vale per tutta Italia? No, è valida solo per il caso specifico. Ma può essere citata in contenziosi simili.
- Perché le sigarette fanno eccezione? Perché sono beni soggetti a Monopolio di Stato, con prezzo fisso e margini molto ridotti per gli esercenti.
- Le commissioni bancarie si possono scaricare sul cliente? No, la legge attuale non lo consente.
- Cosa succede ora? Possibili nuovi ricorsi da parte di altri esercenti e discussione politica sul tema.






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