Un nuovo polo di eccellenza biomedica e veterinaria nascerà a Palermo grazie al progetto Ispemi. La Regione Siciliana investe altri 1,1 milioni di euro, portando il finanziamento totale a 3 milioni.
La Regione Siciliana rilancia sull’innovazione e la ricerca scientifica con un nuovo investimento destinato all’Istituto Zootecnico di Palermo. L’assessorato alle Attività produttive, guidato da Edy Tamajo, ha annunciato lo stanziamento di ulteriori fondi per Ispemi, un progetto promosso da Rimed e Ismett.
Grazie a questo ulteriore finanziamento, che si somma ai 2 milioni già assegnati in precedenza, il progetto potrà contare su un budget complessivo di 3 milioni di euro.
Cosa prevede il progetto Ispemi
I fondi serviranno per realizzare: laboratori di ricerca avanzata in ambito biomedico e veterinario; una sala operatoria sperimentale; spazi dedicati alla ricerca alimentare su modelli animali e il rifacimento delle aree esterne e il miglioramento delle infrastrutture del complesso.
Un intervento che punta a trasformare l’Istituto Zootecnico in un punto di riferimento per la ricerca scientifica nel Sud Italia.

Tamajo: “Investiamo sul futuro dei giovani e della Sicilia”
“Il governo Schifani – ha dichiarato l’assessore Tamajo durante un sopralluogo nella struttura – continua a investire con decisione in un settore strategico come la ricerca. Con Ispemi stiamo mettendo in rete strutture come Rimed, Ismett e lo Zootecnico, in un sistema che funziona come una grande rete di eccellenze collegate. È un investimento concreto, non solo in infrastrutture, ma sul futuro dei nostri giovani e sulle competenze siciliane.
Un investimento che, oltre alle infrastrutture, punta anche sul capitale umano. “L’obiettivo – ha aggiunto Tamajo – è costruire un polo integrato e competitivo, capace di attrarre studiosi, fondi e collaborazioni internazionali. È un progetto che rafforza il ruolo della Sicilia nel campo scientifico e tecnologico”.
Il progetto Ispemi rappresenta un passo concreto verso la creazione di un hub della ricerca in grado di trattenere talenti, generare occupazione qualificata e valorizzare le competenze già presenti sul territorio. Un segnale forte in un momento in cui il Sud Italia cerca nuove strade per crescere e competere.






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