Dieci anni alla guida dell’arcidiocesi di Palermo. Un traguardo che non è solo simbolico, ma profondamente carico di significati per la città, in un tempo segnato da nuove tensioni sociali e vecchie ferite mai completamente rimarginate.
Il decennale dell’elezione di monsignor Corrado Lorefice ad arcivescovo metropolita è stato celebrato ieri allo Steri, nel corso del “Dies academicus” sui temi del Concilio Vaticano II, promosso dalla Fondazione per le scienze religiose con la collaborazione dell’Università di Palermo, della Lumsa e della Facoltà teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”.
Durante l’evento, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha rivolto un sentito ringraziamento a monsignor Lorefice per il suo operato. Un discorso che è andato oltre il semplice protocollo, toccando i nodi profondi della vita civile, sociale e spirituale della città.
Lorefice, una voce contro mafia e violenza
“In questi anni l’insegnamento di attenzione agli ultimi, ai più bisognosi, a chi resta indietro, ha permeato la comunità ecclesiale della diocesi, non risparmiando moniti alle istituzioni politiche ed economiche, denunciando la violenza che troppo spesso percorre le nostre strade. Additando anche, senza incertezze, le prevaricazioni mafiose, che troppo spesso hanno umiliato Palermo e i suoi figli, come nell’ultimo discorso tenuto di fronte alla città il 15 luglio scorso. Una prospettiva che dobbiamo coltivare ogni giorno per essere operatori di pace e di dialogo nella nostra comunità, ancora oggi ferita dalla recrudescenza di violenza e assassinii che pensavamo di esserci lasciati alle spalle”.
Nel suo intervento, Schifani ha anche ricordato l’importanza storica del Concilio Vaticano II, al centro della giornata di studi, sottolineando il ruolo attivo e coerente di Lorefice nel raccoglierne l’eredità e nel tradurla in azione pastorale quotidiana.
“Il Concilio Vaticano II, del quale ricordiamo il contributo dopo 60 anni proprio nella prospettiva della pace e del dialogo, ha trasformato profondamente la vita della Chiesa mondiale – ha aggiunto Schifani – offrendole un contributo straordinario per il suo passaggio a una nuova epoca storica. Monsignor Lorefice, in questi dieci anni alla guida dell’arcidiocesi palermitana, ne è stato e ne è fedele interprete e autore di una rilettura vivificante per l’intera comunità diocesana, propugnando la fratellanza, l’accoglienza, il sorriso, la solidarietà verso tutte le forme di povertà, l’attenzione al dialogo interreligioso”.
E poi ha aggiunto: “Desidero ringraziarlo per il suo impegno personale nel contrasto alla preoccupante criminalità che sta toccando la nostra città e la nostra regione. Dobbiamo fare sistema e lo stiamo facendo. Anche il suo appello pastorale, il suo movimentismo dinamico che ha portato istituzioni, cittadini e fedeli allo Zen, dopo i fatti delittuosi degli ultimi tempi, lo dimostrano. L’auspicio è di averlo ancora con noi per molto tempo, pastore illuminato e illuminante per l’intera comunità diocesana“.
Un riconoscimento pubblico e istituzionale che rafforza il legame tra Chiesa e territorio, in un momento in cui Palermo ha bisogno di voce, visione e coraggio. Tre elementi che, secondo il presidente della Regione, l’arcivescovo ha saputo incarnare in questi dieci anni con autenticità e coerenza.






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