Nel giorno del terremoto politico in sanità la I Commissione Affari Istituzionali dell’Ars, con 24 ore di anticipo rispetto alla scadenza dei termini per il silenzio assenzo ha dato il via libera alla nomina di Alberto Firenze a manager dell’Asp 6 di Palermo. La Regione potrà, così, procedere a coprire un vuoto che si protrae da diversi mesi e in particolare fin dalla nomina di Daniela Faraoni ad assessore regionale per la salute.

La conferma dal deputato azzurro

“La Prima Commissione Affari Istituzionali all’Ars ha dato parere positivo sulla nomina, proposta dal Governo regionale, di Alberto Firenze a Direttore generale dell’Asp di Palermo. Un altro importante passo è stato compiuto per dare finalmente una guida forte e competente alla più importante azienda sanitaria siciliana” conferma il deputato regionale di Forza Italia Marco Intravaia, componente della Commissione Affari Istituzionali all’Ars.

Nomina contestata dalle opposizioni

Il via libera è giunto con i voti della maggioranza e nonostante i dubbi manifestati dalle opposizioni. In particolare nei giorni scorsi i delegati 5 stelle in Commissione avevano scritto una lettera aperta proprio su questa scelta.

“È con profondo senso di responsabilità che abbiamo ritenuto doveroso intervenire sulla possibile nomina del dottor Alberto Firenze alla guida dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo” avevano scritto nel fine settimana Angelo Cambiano e Lidia Adorno, parlamentari M5S componenti della I Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana, nella lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione, all’Assessore alla Salute e al Presidente della I Commissione ARS.

I due parlamentari evidenziavano che la nomina di Alberto Firenze “solleva più di una legittima perplessità, soprattutto alla luce della complessità e delle dimensioni di un Ente che rappresenta una delle realtà sanitarie più articolate e impegnative dell’intera regione”.

“Non si tratta di mettere in dubbio la competenza professionale del dottor Firenze – aggiungevano Cambiano e Adorno – ma di comprendere se la sua esperienza, maturata prevalentemente in ambito ospedaliero e accademico, sia adeguata a un incarico che implica una visione territoriale ampia, un dialogo costante con i sindaci, con il terzo settore, con i distretti e con i cittadini: in buona sostanza, una dimensione manageriale a tutto tondo”.