Il governo Meloni valuta di tassare l’oro fisico detenuto dagli italiani. Una proposta che potrebbe generare fino a 2 miliardi di euro per finanziare la prossima Legge di Bilancio, alleggerendo al contempo altre imposte più impattanti per imprese e cittadini.
Secondo le prime ipotesi, si tratterebbe di un’imposta agevolata sulla rivalutazione dell’oro da investimento – come lingotti, monete e placchette – posseduto dalle famiglie italiane, per un valore stimato tra 133 e 166 miliardi di euro. L’obiettivo? Far emergere parte di questo patrimonio, oggi in gran parte invisibile al fisco, e trasformarlo in gettito immediato per le casse dello Stato (Fonte: QuiFinanza).
Una risposta alle critiche sulla tassazione dei dividendi
La misura è stata proposta da Giulio Centemero (Lega) e Maurizio Casasco (Forza Italia) come soluzione per compensare la cancellazione della stretta sui dividendi infragruppo, una norma particolarmente criticata dal mondo imprenditoriale. Secondo quanto riportato da Milano Finanza, la tassa sull’oro fisico servirebbe a coprire il buco lasciato da questa abolizione, senza alterare gli equilibri di bilancio richiesti dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Il potenziale introito per lo Stato, se solo il 10% dei possessori di oro aderisse alla regolarizzazione, è stimato tra 1,67 e 2,08 miliardi di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate non solo per compensare la misura sui dividendi, ma anche per finanziare ulteriori interventi nella Manovra 2026.
Come funzionerebbe la tassazione sull’oro fisico
Il meccanismo ipotizzato ricalca quello già utilizzato per la rivalutazione di terreni, partecipazioni e criptoattività. I contribuenti potranno “allineare” il valore fiscale del loro oro al prezzo di mercato, pagando un’imposta sostitutiva agevolata.
Due le possibili aliquote in discussione:
- 12,5%, secondo la proposta più favorevole ai cittadini;
- 18%, secondo quanto anticipato da Il Messaggero e confermato da Centemero.
Entrambe sarebbero decisamente inferiori all’attuale tassazione del 26% sulle plusvalenze, oggi in vigore per chi vende oro senza poter dimostrare il prezzo di acquisto originario (Fonte: Idealista).
Il piano prevede che:
- L’adesione alla procedura possa avvenire entro il 30 giugno 2026;
- Il versamento dell’imposta vada fatto entro il 30 settembre 2026;
- In alternativa, si potrà scegliere una rateizzazione in tre tranche annuali, con un tasso di interesse del 3%.
Un’agevolazione che, nei fatti, rappresenta anche una forma di condono parziale, incentivando i cittadini a regolarizzare il proprio oro fisico con un vantaggio fiscale evidente.
Oro in forte oscillazione, ma sempre bene rifugio
La proposta arriva in un momento particolarmente interessante per il mercato dell’oro. Nell’ottobre 2025, il metallo prezioso ha toccato un record storico di 4.381 dollari l’oncia, seguito però da un crollo del 6% in una sola giornata: il peggior ribasso degli ultimi 12 anni.
Nonostante questa volatilità, negli ultimi due mesi il prezzo dell’oro ha registrato un +25%, spinto da:
- Tensioni geopolitiche e commerciali (in particolare USA-Cina);
- Crescita del debito pubblico americano;
- Indebolimento del dollaro;
- Ricerca di beni rifugio in un contesto economico incerto.
Il valore dell’oro, dunque, continua a essere percepito come un porto sicuro dagli investitori, anche se soggetto a improvvise oscillazioni.
Chi sarà interessato dalla nuova tassa?
La misura si rivolge esclusivamente a chi detiene oro fisico da investimento, cioè:
- Lingotti certificati;
- Monete d’oro riconosciute dal mercato;
- Placchette e altri strumenti considerati beni rifugio.
Esclusi, invece, gli strumenti finanziari legati all’oro, come gli ETC o i certificati quotati in Borsa, che continueranno a essere tassati con le regole ordinarie per gli strumenti finanziari.
Come si dichiara la vendita dell’oro oggi
Attualmente, chi vende oro da investimento è tenuto a dichiarare l’eventuale plusvalenza nella dichiarazione dei redditi. Questa viene tassata al 26% come reddito di natura finanziaria.
- Tuttavia:
Se l’oro è stato acquistato senza documentazione, si tassa l’intero valore di vendita; - Se si tratta di gioielleria usata, la cessione non genera reddito imponibile per il cittadino, ma è soggetta alle normative antiriciclaggio.
La nuova tassa offrirebbe quindi una via d’uscita più semplice e meno onerosa per chi desidera regolarizzare il proprio patrimonio in oro.
Lo sapevi che…?
- Secondo alcune stime, in Italia si detiene fisicamente tra le 120 e 150 tonnellate d’oro tra famiglie e risparmiatori privati. Questo equivale a oltre 160 miliardi di euro, una cifra che supera il valore di intere manovre finanziarie.
- Il record dell’oro, registrato a ottobre 2025, è stato seguito dal peggior calo in una giornata dal 2013. Segno di quanto il mercato sia oggi influenzato da fattori geopolitici e monetari.
FAQ – Domande frequenti
- Cos’è la tassazione agevolata sull’oro fisico? È un’imposta una tantum che consente di aggiornare il valore fiscale dell’oro detenuto, pagando un’aliquota ridotta (12,5%-18%) invece del 26% sulle plusvalenze.
- Chi deve pagare la tassa sull’oro? Solo chi detiene oro da investimento (lingotti, monete, placchette) e decide volontariamente di regolarizzare i propri beni fiscali.
- Quando si potrà aderire alla misura? La finestra temporale andrebbe dal momento dell’approvazione fino al 30 giugno 2026. Il pagamento sarà richiesto entro il 30 settembre 2026.
- È obbligatorio dichiarare l’oro posseduto? Solo in caso di vendita e se l’oro è da investimento. La regolarizzazione proposta serve proprio a incentivare questa dichiarazione.
- I gioielli d’oro sono tassati? No, la gioielleria usata non genera plusvalenze tassabili, ma resta soggetta alle norme antiriciclaggio.






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