Benzina e gasolio tornano a salire: il pieno costa sempre di più, e i motivi sono più complessi di quanto sembri.

Negli ultimi giorni, i prezzi dei carburanti hanno ricominciato a salire in tutta Italia, con valori che in alcuni casi superano i 2 euro al litro sulle autostrade. Una tendenza che preoccupa non solo gli automobilisti ma anche le imprese, già provate da mesi di instabilità economica. Ma cosa sta davvero succedendo?

Secondo gli ultimi dati aggiornati ai primi giorni di novembre, la benzina self-service ha raggiunto una media nazionale di circa 1,710 euro al litro, mentre il diesel self si attesta intorno a 1,657 euro al litro. Per chi sceglie la modalità servito, i prezzi sono ancora più alti: 1,851 euro al litro per la benzina e 1,796 euro per il gasolio.

Perché i carburanti stanno tornando a salire

Dietro l’aumento dei carburanti ci sono diversi fattori, sia internazionali che interni. Innanzitutto, il mercato del greggio resta in tensione: le quotazioni del Brent e del WTI sono aumentate di circa 3 dollari al barile rispetto al mese precedente. Anche il cambio euro-dollaro gioca un ruolo chiave: un euro più debole rende più costoso importare petrolio, e questo si riflette immediatamente sulla filiera italiana.

A questo si aggiungono le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e in Russia, che influenzano direttamente l’offerta globale. Inoltre, l’Italia ha ridotto la propria capacità di raffinazione nel tempo, diventando più dipendente dall’importazione di prodotti raffinati e quindi più esposta ai rialzi.

Diesel sotto pressione: logistica, ecologia e accise

Il diesel risente di pressioni aggiuntive. Essendo il carburante principale per trasporti e logistica, la domanda resta elevata e poco flessibile. Le politiche europee di transizione ecologica stanno progressivamente penalizzando il diesel, rendendo la sua produzione più costosa e complessa.

Dal 1° gennaio 2026, inoltre, entrerà in vigore l’allineamento delle accise tra benzina e gasolio. L’accisa sul diesel aumenterà di circa 4 centesimi al litro, mentre quella sulla benzina sarà ridotta dello stesso importo. Questo, sommato all’IVA sul nuovo prezzo, renderà il diesel ancora più caro nei prossimi mesi.

La pressione fiscale e il ruolo delle accise

Nel prezzo finale dei carburanti, accise e IVA rappresentano oltre il 50%. Questo significa che anche quando il prezzo del petrolio scende, gli effetti alla pompa sono spesso limitati, mentre i rincari si riflettono immediatamente.

Sulle autostrade, i dati parlano chiaro:

  • Benzina self-service: 1,806 €/l
  • Benzina servita: 2,067 €/l
  • Gasolio self: 1,757 €/l
  • Gasolio servito: 2,022 €/l

Effetti su famiglie e imprese

Per una famiglia italiana media, fare il pieno oggi significa affrontare una spesa annua che può superare i 1.600 euro. Anche pochi centesimi in più al litro diventano rilevanti su base mensile. Le imprese, in particolare quelle del settore trasporti e logistica, vedono aumentare i costi operativi, con ripercussioni lungo tutta la catena di approvvigionamento. Il risultato è un effetto domino: costi di consegna e produzione più alti che alimentano nuove spinte inflazionistiche.

Lo sapevi che…?

  • In Italia, le accise sui carburanti sono tra le più alte d’Europa.
  • Il prezzo consigliato viene aggiornato quotidianamente dalle compagnie, ma ogni distributore può applicare variazioni.
  • Le pompe bianche, indipendenti dalle grandi compagnie, spesso offrono prezzi inferiori di 5-10 centesimi al litro.

Fonti: