Una morte improvvisa che ha lasciato tutti increduli. Un malore ha stroncato ieri mattina Alessandro Finazzo, avvocato originario di Alcamo, stimato e molto conosciuto sia nella sua città che a Palermo, dove viveva. Il professionista, 56 anni, si è sentito male mentre era in bici, una delle sue più grandi passioni, in viale Margherita di Savoia, a Mondello. La notizia si è diffusa rapidamente, suscitando commozione e profondo cordoglio tra colleghi, amici e quanti ne avevano apprezzato le qualità umane e professionali.
Finazzo lascia la moglie e due figlie. Secondo le prime ricostruzioni, l’arrivo dei sanitari avrebbe incontrato qualche difficoltà. Le deviazioni imposte per la maratona avrebbero rallentato il percorso dell’ambulanza, poi accompagnata sul posto da una pattuglia dei carabinieri. Per l’avvocato Finazzo, però, non c’è stato nulla da fare. Sono intervenuti anche gli agenti di polizia del commissariato San Lorenzo che, una volta constatato il decesso, hanno informato la famiglia.
Si terranno martedì 18 novembre, alle 15.30, nella chiesa Madre di Alcamo, i funerali dell’avvocato cassazionista. Finazzo era considerato un grande esperto di diritto amministrativo: l’Ordine degli avvocati di Trapani ha espresso vicinanza alla moglie Rosalia Mirrione, alle figlie Matilde e Giuliana, a tutti i familiari e ai colleghi dello studio.
Il ricordo dell’avvocato Gaetano Armao
Sono affranto dalla scomparsa improvvisa di uno dei miei migliori allievi, l’avvocato Alessandro Finazzo, professionista competente, arguto, leale. Lo conobbi a Trapani al polo universitario dove seguiva l’insegnamento di diritto amministrativo al corso di preparazione per il concorso in magistratura alla metà degli anni ‘90. Era il migliore del corso, voleva cimentarsi nella professione di avvocato amministrativista e lo accolsi con entusiasmo allo Studio. Sono stato Suo testimone di nozze, ho visto crescere la Sua famiglia e le due figlie, oggi ragazze. Ma sopratutto ho visto maturare un avvocato che sapeva occuparsi di complesse cause di diritto elettorale, settore nel quale eccelleva, come di difese di persone semplici vittime della mafia.
Il tratto umano sempre garbato, gioviale, ma riservato, segnato dalla perdita prematura del Padre. Le Sue passioni la musica, era un cultore di quella classica, la moto ed il ciclismo, che lo ha purtroppo tradito. L’ultimo incontro in Tribunale qualche giorno fa, una breve rimpatriata, l’impegno a rivedersi al più presto… Lasci un grande vuoto Ale, sopratutto in chi Ti ha voluto bene ed un esempio di serietà, stile e competenza nell’avvocatura palermitana. Riposa in pace amico mio. Un grande abbraccio a Sua moglie Rosalia ed alle figlie Matilde e Giuliana, da parte mia e di tutti gli avvocati dello Studio Armao, sarà sempre la Vostra famiglia.
Il presidente dell’ordine
Il presidente dell’Ordine, Salvatore Longo, ha ricordato come Finazzo fosse “un professionista assai preparato e serio”, evidenziando “l’innata signorilità del suo tratto e il grande garbo che usava con tutti coloro che avevano modo di entrare in contatto con lui”. Longo ha sottolineato anche la sua umanità e le passioni che lo accompagnavano nella vita quotidiana: “Era un amante della vita, in tutte le sue accezioni e declinazioni, ed in particolare dell’attività sportiva che praticava attivamente e con gioia”.
Un ricordo che ne mette in luce anche la riservatezza: “Si distingueva per essere una persona che non amava confondersi nel rumore della grancassa mediatica anche quando i successi professionali lo avrebbero legittimato a farlo”.
Il ricordo degli amici
Caro Alessandro, come si fa a dirsi addio? Senza vergogna ti dico che non so come si fa. Di cose ne ho imparate tante da te, sia a lavoro che nella vita. Alcune me le spiegavi, altre mi invitavi a “guardare come si fa”, altre ancora le imparavo e basta, ascoltandoti con stima e rispetto.
Ed ero orgoglioso di averti avuto come Maestro. Lo ero fino a ieri, da oggi non mi rimane che farne tesoro. Per sempre.
Il tuo spessore umano non lo dimenticherò mai. Il tuo carisma ti distingueva da tanti. Sono stato molto fortunato ad incontrarti nella mia vita. Ma è proprio questa gratitudine immensa che rende il dolore ancor più devastante.
“La vita deve continuare e purtroppo si deve trovare la forza di andare avanti…”, fu una tua frase in un’occasione, anche quella dolorosa.
Ma questa volta è difficile. (Fabio Faraci)
Solo pochi giorni fa mi avevi chiamato. Una lunga conversazione tra vecchi amici. Averti sentito almeno mi rende più sereno. Un vero amico un eccellente professionista, un grande uomo. Grazie per quanto hai fatto per me ed il mio paese. Fai buon viaggio amico mio. (Nino Contino)






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